Cronache

La crociata dei sindaci contro i videopoker

Cartelloni, orari limitati e incentivi a smettere. Così molti comuni difendono le famiglie dalle slot machine

La crociata dei sindaci contro i videopoker

La nuova frontiera del proibizionismo made in Italy entra nei bar, ma non riguarda l'alcol. Questa volta il dito è puntato contro slot machine e macchinette per il video poker. Ovvero contro un giro d'affari che, soltanto nel nostro Paese, tocca quota cento milioni di euro di fatturato ogni anno, rappresentando il 4 per cento del nostro Pil. E così mentre alcuni sindaci hanno cercato di arginare il fenomeno introducendo divieti di ogni genere nei propri territori, in Lombardia è stato lanciato addirittura un manifesto con il quale le amministrazioni pubbliche intendono prendere le distanze dal gioco d'azzardo, in tutte le sue declinazioni.

L'iniziativa, lanciata dalle associazioni Terre di Mezzo e Legautonomia, prenderà ufficialmente il via il prossimo 14 gennaio, ma già una decina di sindaci hanno firmato il documento con il quale intendono creare una rete di amministrazioni contrarie ai giochi. Insomma, una sorta di area «no-slot» in un territorio compreso fra Lecco e Milano. Con l'obiettivo, fra l'altro, di far capire ai cittadini quali rischi si nascondono dietro un gioco apparentemente solo ludico. «Tutto è cominciato da Corsico. Dopo la testimonianza di alcuni sindaci che hanno raccontato le iniziative prese per contrastare l'azzardo abbiamo deciso di promuovere un manifesto che permettesse a tutte le amministrazioni locali contrarie a questo fenomeno di incontrarsi, discutere e promuovere politiche comuni», spiega Piero Magri, dell'associazione Terre di Mezzo. Per il momento hanno aderito i Comuni di Corsico, Lecco, Cinisello Balsamo, Paderno Franciacorta, Vanzaghello, Cornaredo, Sesto San Giovanni e Olgiate Molgora. «Ma da queste parti molte amministrazioni locali vorrebbero prendere provvedimenti contro un fenomeno che sta rovinando migliaia di famiglie - prosegue Magri -. Quindi ci aspettiamo altre adesioni.
I sindaci vogliono fare rete, perché in assenza di leggi nazionali che limitino le sale giochi, chi finora ha cercato di applicare norme e divieti è stato denunciato dai gestori. Come è accaduto al primo cittadino di Verbania che aspetta la decisione del Tar, dopo essere stato deferito per aver cercato di limitare gli orari di apertura dei locali adibiti al gioco d'azzardo. Oppure a quello di Pioltello, anche lui portato davanti ai giudici del Tar per aver cercato di regolamentare apertura e chiusura di alcune sale.

L'intenzione, adesso, è quella di farsi forza e tutelarsi a vicenda, per far sì che questi divieti siano meno esposti a critiche e denunce. Sono molte le iniziative che i sindaci hanno in mente: si va dalla creazione di avvisi pubblici contro il gioco d'azzardo alla realizzazione di sportelli dedicati alle famiglie. Mentre su Twitter l'iniziativa è già presente con l'hashtag «Comuninoslot». «Quando ho cercato di proporre provvedimenti restrittivi in Parlamento mi hanno bloccato - racconta il sindaco di Chiarano, in provincia di Treviso, Gianpaolo Villardi -. Perciò ho deciso di fare quello che mi era possibile sul mio territorio».
Così è nata l'iniziativa «Chi gioca d'azzardo non fa l'amore»: un cartello lumisoso, di quelli normalmente utilizzati per informare i cittadini sul traffico, apparso in paese per dissuadere dal gioco sulle slot machine. «A parte i gestori, che si sono lamentati, nessuno è contrario -prosegue-. Ora stiamo cercando di estendere l'iniziativa grazie al sostegno della Provincia di Treviso. Anche perché questi cartelli sono molto dispendiosi».

Ma la battaglia contro il gioco d'azzardo non finisce qui. Diverse le iniziative a Bolzano, come ricorda Agipronews, l'agenzia di stampa sui giochi a pronostico e le scommesse. Qui è stato addirittura lanciato un programma di incentivi: chi rinuncia a ospitare slot machine nel proprio locale riceve soldi da spendere per acquistare altre attrazioni. Mentre a Vicenza un regolamento comunale regolamenta dove è possibile fa sorgere nuove sale giochi e in quali orari si possono tenere aperte. A fare paura sono soprattutto le nuove slot machine, che da sole reggono gran parte del fatturato milionario dei giochi.

Basti pensare che fra il 2011 e il 2012, la raccolta è cresciuta del 104,84 per cento.

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