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"Degrado dell'etica pubblica". Da Conte altri insulti a Berlusconi

L'ex presidente del Consiglio non si tiene proprio e sfoga tutto il suo rancore personale (tipico dei 5 Stelle) nei confronti del leader di Forza Italia, morto il 12 giungo

"Degrado dell'etica pubblica". Da Conte altri insulti a Berlusconi

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Prima esprime subito tutto il proprio cordoglio per la sua scomparsa, poi annuncia di non partecipare ai funerali di Stato, dopo di che giustifica la scelta con il "rispetto per il dolore dei familiari", infine sputa direttamente tutta la sua bile direttamente verso la bara di Silvio Berlusconi. Nel giro di cinque giorni scarsi Giuseppe Conte ha fatto tutto questo. E il culmine della sua intemerata contro il Cavaliere, deceduto lunedì 12 giugno all'età di 86 anni, arriva direttamente nel suo comizio al termine della manifestazione contro il decreto Lavoro voluto dal governo Meloni.

In Largo Corrado Ricci, a Roma, il leader del Movimento 5 Stelle si lascia andare a parole di fuoco contro il leader di Forza Italia, alzando anche notevolmente il tono della voce per aizzare la piazza: "Avete visto cosa è successo in tv? Abbiamo avuto celebrazioni a reti unificate. Hanno certificato che in 72 ore Berlusconi è stato citato una volta ogni quattro minuti. Una vera orgia celebrativa - è il commento offensivo di Conte su quello che è stato il ricordo del Cav sui media -. Tra l'altro mi hanno attaccato perché non sono andato al funerale. Noi non siamo ipocriti!", ha scandito urlando in maniera sguaiata e tracotante e assumendo un aspetto fisico quasi cianotico.

Ma Giuseppi vuole "rassicurare" tutti quanti. "Noi sappiamo distinguere il cordoglio che si deve ai familiari, ai cari, a coloro che in queste ore lo stanno piangendo perché lo hanno amato. Ma attenzione: non ci chiedete di confondere la nostra storia, i nostri principi, i nostri valori con la parabola politica che Berlusconi ha interpretato - aggiunge -. Noi vogliamo rispettare tutti, ma non riteniamo che lui sia stato un campione di virtù pubbliche. Non bastano opinionisti e commentatori in adulazione a riscrivere la storia. La storia noi la scriviamo con i riscontri documentali, con le sentenze giudiziali. Nessuno ci può impedire di continuare la nostra parabola politica, dove a fondamento della stessa non ci può essere chi ha contribuito al degrado dell'etica pubblica". E giù applausi a scena aperta e inneggiamenti a favore di Conte stesso.

Ecco, Berlusconi è morto, ma l'antiberlusconismo è ben lontano da accertare la propria dipartita. A partire dagli insulti personali nei confronti di una persona che non può replicare a quelle offese e con familiari e amici che sono ancora stretti nel dolore per l'addio a una persona a loro cara.

Ma del resto, c'è ben poco da sorprendersi: dai "Vaffa" di Beppe Grillo (condannato per omicidio, a proposito di "sentenze") nel 2007 i grillini sono rimasti saldamente fermi alla volgarità totalmente gratuita. In questo modo la loro "parabola politica" non potrà che essere sempre più discendente.

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