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Il discorso commosso della nipote Sofia. "Sempre presente con noi come col Paese"

La diciottenne ricorda i momenti familiari: "Premuroso e pieno di attenzioni"

Il discorso commosso della nipote Sofia. "Sempre presente con noi come col Paese"

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La misura: della gonna, dei capelli, della voce, dei gesti. Una ragazza ben cresciuta. Di quelle dietro alle quali c'è subito il racconto di regole, buone letture e abitudini virtuose. A diciott'anni, la noia dev'essere uno spreco che ignora. I suoi diciott'anni, sembrano quelli di un'altra epoca. Più che una nipote rimasta senza il suo adorato nonno, Sofia May Napolitano sembrava la giovane premier di un Paese guida dell'innovazione. Si è alzata in mezzo all'aula gremita di Montecitorio, ha catalizzato l'attenzione di tutti, (compresa Giorgia Meloni che si è sistemata per ascoltarla meglio), e ha raccontato Giorgio Napolitano durante il suo funerale laico. A diciott'anni...

Gli esilissimi polsi che uscivano dalla camicia bianca, la gonna a pieghe, gli orecchini importanti ma perfetti ad appoggiarsi sui capelli pettinati con la riga in mezzo. Il tono costante, le parole moderate, le mosse precise. Il fazzoletto a portata di mano, la voce che si spezza in un solo punto, quando il fratello Simone (di due anni più giovane e sistemato dietro di lei) le mette una mano sulla spalla. E Sofia ricomincia: «Giorgio Napolitano era un leader, un politico e un uomo formidabile premuroso, pieno di attenzioni. Era sempre presente per noi, ascoltava i nostri problemi in modo partecipe e comprensivo nonostante fosse già occupato con i problemi del Paese». Racconta che quando erano piccoli scriveva sempre a lei e a suo fratello «persino quando non sapevamo nemmeno leggere bene». Che li chiamava quando secondo lui, in televisione, stavano trasmettendo cartoni animati che avrebbero potuto piacergli e che andava a prendere a scuola e li portava a Villa Borghese a mangiare il gelato.

Figlia del primogenito di Napolitano (Giovanni, 62 anni), Sofia è classicissima e modernissima. «Il nonno ci ha insegnato a combattere per i propri ideali, senza curarsi degli ostacoli... rimarrà sempre la persona che ammiriamo di più» ha proseguito Sofia. Il rispetto, la gentilezza, la famiglia e le amicizie sono alcuni dei valori che cita tra quelli insegnati dal nonno che, si augura la ragazza, «spero che voi tutti possiate ricordarlo con lo stesso affetto e con la stessa ammirazione che abbiamo per lui». Si vedeva che ad aiutarla a stare lì in mezzo, con gli occhi di tutti puntati addosso, c'era l'orgoglio fermo di essere la nipote di suo nonno. E di certo sarebbe stata ricambiata. Sofia è stata «il personaggio» della giornata di Napolitano, persino più della nonna Clio, provata dal dolore e dagli acciacchi dell'età; più dello zio Giovanni che pure ha ammesso «mio padre ha combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate, riconoscendo poi i suoi errori»; più di tanti altri politici intervenuti a ricordare l'ex presidente. Sofia si è congedata ringraziando tutti gli intervenuti, proprio come avrebbe fatto una «padrona di casa» e ieri è stata lei la padrona di casa Napolitano. Suo il volto, il discorso, la pacatezza con cui ci si ricorderà dell'ultimo saluto all'uomo di Stato. Sua la misura. In uno dei luoghi d'Italia dove più spesso i suoi argini sono tracimati.

La scoperta di Sofia è stata senza dubbio uno dei migliori lasciti di Napolitano.

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