Cronache

Ecco perché siamo vittime della banda delle buche

In tutta Italia è rivolta per lo stato del manto stradale. Un costruttore svela: "Da vent'anni si fanno solo asfaltature elettorali, senza mai rifare il fondo"

Ecco perché siamo vittime della banda delle buche

«La gente ne ha piene le palle di sfasciarsi la macchina per colpa delle buche. Se i nostri amministratori non sanno neppure sistemare le strade, come possono sistemare i problemi del paese?». Nel cliccatissimo video di Youtube, l'energico «Lambrenedetto XVI», suggerisce a sindaci e politici di farsi un giro in Germania dove c'è da imparare a «rattoppare». Le buche sulle strade italiane, in effetti, indignano. Fanno letteralmente schifo e non c'è città o paesino che si salvi. Perché? Qualcuno dà la colpa al traffico eccessivo, altri alla neve o alla pioggia eccessiva. Mai una volta che un amministratore si assuma la responsabilità di un lavoro fatto con i piedi (per essere buoni).
Eppure la realtà è questa: le buche sono il prodotto di una manutenzione ordinaria fatta male e di una straordinaria manutenzione evitata negli ultimi trent'anni. Così le vie sono ridotte al collasso con gravi ripercussioni sulla viabilità, la sicurezza e l'incolumità stessa dei cittadini. A Torino un pensionato è morto battendo la testa sull'asfalto dopo essere inciampato in una grossa buca. E gli incidenti lievitano. Secondo l'Aci, nell'ultimo anno il 17% degli incidenti sono stati causati dalle buche sulle strade. Solo nelle vie centrali di Torino se ne sono contate 3100. A Milano sono fioccate 361 segnalazioni al centralino del comune in pochi giorni. A Roma è ormai emergenza nazionale. E sui blog le proteste piovono da ogni parte dello Stivale. A Foggia si lamentano per le spese di ammortizzatori e cerchioni e sono centinaia le persone che cadono dal motorino o dalla bicicletta. A Verona al posto di sistemare le buche, hanno apposto dei cartelli per limitare la velocità… A Milano i rattoppi delle buche durano solo fino alla pioggia successiva. A Catania le strade sono senza luce e piene di buche. A Bologna le strade quasi ovunque presentano piccoli crateri o sono dissestate. A Bergamo chi usa la bicicletta lo fa a proprio rischio e pericolo. Insomma, le buche aumentano di giorno in giorno ovunque e rendono le strade simili a percorsi di guerra. La situazione è così drammatica che l‘ASAPS invoca un'inchiesta nazionale sulle strade. Tanto più che automobilisti, camionisti e motociclisti pagano ogni anno circa 60 miliardi di euro tra tasse, accise e imposte varie senza avere in cambio neppure le strade in ordine. Ma come si comporta un comune che deve fare manutenzione? Fabio Rovelli, titolare di un'impresa di costruzioni stradali di lunga tradizione, spiega: «In Italia vanno di moda le asfaltature elettorali perché vengono fatte superficialmente per raccogliere voti. Poi le rogne si lasciano in eredità a quelli che verranno...». Rovelli sa il fatto suo e sostiene che il discorso strade stia diventando un'emergenza nazionale. «Nel 2005 in Italia si sono usate 44 milioni di tonnellate di asfalto, attualmente siamo scesi a 20 milioni. Meno della metà». Sono diminuite le strade? «No semmai sono aumentate – replica Rovelli – ma gli enti pubblici non investono più sulle manutenzioni». In pratica bisogna tirarsi su le maniche e dire meno balle alla gente. Che subisce le voragini ma non sa perché si formano.
«L'80% delle buche è provocato dai sottofondi dissestati a cui nessuno pensa da almeno 20 anni. I comuni fanno appalti solo per sistemare la parte superficiale dell'asfalto – spiega Rovelli – ma che dovrebbe essere sistemato solo se il sottofondo è compatto e uniforme». E i rattoppi? «Si dovrebbe usare il bitume modificato per fare un lavoro ben fatto ma siamo sempre alle solite: se il sottofondo è andato, chiusa una buca se ne apre un'altra a poca distanza. Ormai non basta più dare una lisciata, tutto il manto stradale è ammalato». Dunque i nostri amministratori, che dovrebbero dedicare alla manutenzione strade la metà di quanto incassano dalle contravvenzioni, fanno i furbetti. E anziché scavare a fondo e fare un lavoro per bene, livellano la superficie per rimettere a nuovo più metri quadrati di asfalto scegliendo le imprese che offrono il prezzo più basso senza badare alla qualità. Così la situazione peggiora.

In Svizzera, invece, patria del formaggio con i buchi, ma senza buche sulle strade, l'ente pubblico pretende requisiti specifici, dai carotaggi allo spessore del bitume.

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