Politica

La faccia tosta della sinistra: accusa il Cav ma occupa le tv

Altro che presenzialismo di Berlusconi. Nell'ultima settimana di novembre Bersani il più presente: oltre 3 ore sulle reti Rai. Poi Renzi e Monti. A Silvio appena 8 minuti

Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, a "Porta a Porta"
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, a "Porta a Porta"

Roma - La sinistra sbraita: Berlusconi è sempre in tv, non vale. Peccato che fino ad oggi i riflettori siano stati puntati soprattutto a sinistra. Ma nessuno ha fiatato. I dati forniti dall'Osservatorio di Pavia, ente terzo e non a libro paga di alcuno, smascherano Bersani & Co. Il suo partito ha catalizzato l'interesse dei media e il tempo dedicato a Pd e dintorni è stato circa il doppio di quello dedicato al Pdl. Si prenda, per esempio, la settimana che va dal 24 al 30. In quei giorni l'attenzione era posta sulle primarie del Pd, sugli appelli al voto per il primo turno, sull'inizio della campagna elettorale per il secondo turno tra Bersani e Renzi. Ebbene, l'Osservatorio di Pavia ha radiografato con precisione elvetica i palinsesti Rai per capire a chi è stato dato più spazio. Per ciascun programma ha spaccato il tempo in due grandi categorie: il tempo gestito direttamente dal politico, sentito in viva voce; e il tempo totale, considerando pure i minuti che al politico sono stati dedicati quando altri parlavano di lui. Sono stati vivisezionati telegiornali, rubriche di approfondimento (tipo i faccia a faccia tra i politici), rassegne stampa, programmi di informazione di rete come Porta a porta, L'ultima parola, Agorà, Ballarò eccetera... Considerando tutti i generi sopracitati, emerge un dato incontrovertibile: in Rai s'è parlato di politica per ben 2.055 minuti e 17 secondi. Il tempo assegnato direttamente ai politici è stato di 1.315 minuti e 31 secondi. Ma come sono stati ripartiti? Indirettamente, dei 2.055 minuti (pari a più di 334 ore totali), il Pd s'è mangiato il 47,2%, ossia 969,9 minuti pari a più di 16 ore. Il Pdl, meno della metà: 22,6%, poco più di 7 ore. Considerando il tempo gestito direttamente dal politico, il dato si gonfia. Su 1.315 minuti e 31 secondi (21 ore circa), al Pd sono andati 666,7 minuti, pari a circa 11 ore (50,7%). Al Pdl meno della metà: 20,7%. A questi dati, poi, andrebbero aggiunte le percentuali assegnate all'Api con Tabacci (1,4%) e al Sel di Vendola (3,4%).
Ma veniamo ai tempi assegnati direttamente ai soggetti politici. In quella settimana, Bersani è decisamente in testa alla classifica del più presente e ha avuto, direttamente, la possibilità di parlare per più di 3 ore. Indirettamente, per 4 ore e mezza. Secondo Matteo Renzi: direttamente per 2 ore e mezza, indirettamente per poco più di 4 ore. A seguire: Mario Monti, Corrado Clini, Alessandra Moretti (Pd), Stefano Fassina (Pd). Solo settimo il primo pidiellino: Giorgia Meloni. Quindi Napolitano, poi Nichi Vendola (Sel), poi Fini, poi Maria Elena Boschi (Pd) e finalmente Alfano, poco sopra a Laura Puppato (Pd), Bruno Tabacci (Api) e Antonio Di Pietro. E Berlusconi? Solo 37°. Ha parlato direttamente per 501 secondi: poco più di 8 minuti. Durante la settimana precedente, ossia quella che va dal 17 al 23 novembre, la sostanza non cambia se non che è stato Matteo Renzi ha vincere il premio «megafono d'oro della Rai», battendo una sfilza di politici di sinistra.
Dati che fanno riflettere. La riflessione, amara, è del deputato del Pdl, Giorgio Lainati, vicepresidente della Commissione vigilanza Rai: «Il Pd è scatenato nel chiedere l'intervento dell'Agcom contro il presidente Berlusconi.

Noi, invece, siamo stati troppo signori nel non esserci rivolti, poche settimane fa, all'Autorità per denunciare l'invasione di Bersani, Renzi, Vendola, Puppato e Tabacci in tutti i telegiornali e nei talk show della Rai e delle tv private per propagandare le primarie della sinistra».

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