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Giovanni Reale: "La fede non è una nozione. È sempre messa alla prova"

Per il filosofo Reale "anche nel Vangelo Cristo si appisola in barca e gli apostoli hanno paura"

Il problema della vita è il passaggio all'altra riva. E per essere traghettati ci vuole fede. «Solo che la fede non è una nozione tecnica che ci portiamo dentro. La fede è tante cose: è messa alla prova, è rapporto col mistero, è la capacità di rimettersi in gioco tutti i giorni». Giovanni Reale, filosofo, insegnante per lunghi anni alla Cattolica e poi all'università Vita-Salute del San Raffaele, è rimasto affascinato da una delle immagini utilizzate da Benedetto XVI nell'ultima udienza: «Ci sono stati momenti in cui sembrava che il Signore dormisse». Un'affermazione sconcertante, per chi pensa che il Pontefice sia un distributore di certezze: «No, no, la fede è dentro un rapporto e un rapporto attraversa diverse fasi e mette in movimento tutta la persona. Se no, è un dettaglio marginale, una protesi che si può anche eliminare. Del resto, sono i Vangeli, in un passo famosissimo, a parlarci di Gesù che si addormenta. Siamo sulla barca. Il mare è tempestoso, il vento soffia, gli apostoli hanno paura e alla fine lo svegliano. Lui li tranquillizza: “Sono con voi, avete me, di che cosa vi spaventate?”. Il Papa ci spiega che Cristo ci mette alla prova. Ci sono situazioni facili e situazioni difficili e in quelle più complicate il Signore ci chiama. Ci accorgiamo che da soli non ce la facciamo e ci accorgiamo finalmente di lui». Questo tragitto vale per l'uomo, alle prese con le proprie miserie, e si ripropone per la Chiesa, squassata dalle bufere del peccato.

E vale fino al paradosso: «Diceva Dostoevskij, innamorato di Gesù, che se avesse dovuto scegliere fra Cristo e la verità, lui avrebbe scelto Gesù.

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