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"Discorso fuori luogo". Le opposizioni bocciano l'asse Prodi-Schlein

Le opposizioni isolano la segretaria dem. Il M5S attacca la Schlein. E Calenda: "Tra i due vincerà Conte"

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“Ogni momento ha il suo federatore, e io credo che Elly Schlein lo possa benissimo essere”. L’assist dell’ex leader de L’Ulivo, Romano Prodi, alla segretaria del Pd è durato solo due giorni. Nell’arco di quarantott’ore tutte le altre forze di opposizione hanno scartato l’ipotesi di un federatore unico del centrosinistra. Per il Movimento 5 Stelle una possibile Schlein federatrice del campo largo è fumo negli occhi. Dal quartier generale dei grillini, i commenti sono al veleno: “Federatore? Un discorso fuori luogo”.

La segretaria dem, dopo gli attacchi di Giorgia Meloni dal palco di Atreju, non trova pace nemmeno tra i banchi dei suoi “alleati”. Dalle parti della sinistra arriva una bocciatura netta all’ipotesi di una sua candidatura alla guida di un centrosinistra unito. Tra attacchi politici netti e “no comment” le opposizioni fanno quadrato per isolare la paladina democratica. L’ipotesi, avanzata in principio da Romano Prodi, è un boccone troppo amaro da mandare giù per grillini e soci. I paletti del numero uno de Movimento, Giuseppe Conte, sono evidenti. “Non abbiamo bisogno di federatori”, aveva tuonato solo pochi giorni fa ai microfoni di Rtl.

Una linea evidentemente condivisa dalla maggioranza delle truppe contiane. Tra gli esponenti grillini, spiega un retroscena del Corriere della Sera, non si vuole dare seguito“a un dibattito nato tutto in casa del Partito democratico”. Il motivo è presto detto: “Non è né il caso né il momento”. Insomma, è “un discorso prematuro – spiegano in casa M5S – un discorso fuori luogo”. Un po' come, dicono con tono ironico, “parlare delle vacanza estive a Natale”. Metafore a parte, la linea dettata da Conte pubblicamente e ripresa dalla maggior parte dei grillini è univoca: prima il focus sulle elezioni europee di giugno 2024 e poi, solo in un secondo momento, la trattativa sul federatore. La corsa proporzionale delle europee, d’altronde, non permette altre strade.

Una scelta condivisa anche dalle altre forze di opposizioni, anche quelle più distanti dalla politica urlata grillina. Il numero uno di Azione, Carlo Calenda, è ancora più severo con la segretaria Pd. “La competizione per la leadership della sinistra è tra Schlein e Conte. E vincerà Conte, ha sentenziato Calenda in una intervista a Il Messaggero. Lo stesso refrain ribadito a stretto giro da Angelo Bonelli: “Ora la priorità è il programma, se il Pd continua a sostenere che i rigassificatori sono necessari c’è un problema”.

L’isolamento di Elly Schlein ormai è realtà; mentre la segretaria dem pensa alla forma della nuova sinistra, a mancare sono la sostanza e la proposta politica.

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