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Figuraccia Capitale tra sospetti e complotti

Roma umiliata, Roma svenduta, Roma ignorata, Roma alla fine pure un po' puttana, come in una vecchia canzone sanremese di Luca Barbarossa

Figuraccia Capitale tra sospetti e complotti

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Roma umiliata, Roma svenduta, Roma ignorata, Roma alla fine pure un po' puttana, come in una vecchia canzone sanremese di Luca Barbarossa. Roma che al mercato dell'Expo 2030 prende la miseria di diciassette voti, piazzati lì per fare da comparsa, messa all'angolo dalla saudita Riad con 119 salamelecchi e perfino dai 29 «mi piace» conquistati dalla sudcoreana Busan, città di tempio e di porto. No, non è una sorpresa.

Nessuno si aspettava che la grande esposizione avrebbe trovato casa nell'urbe eterna. Quello che fa impressione sono i numeri da carta straccia, come se Roma non fosse Roma, un nome che se appare sulla scena dovrebbe oscurare qualsiasi città, qualsiasi storia, qualsiasi immaginario. Roma è una leggenda e la mandi nell'arena solo per svergognarla. Basta guardare da vicino la Roma di Gualtieri, sentirne l'odore, la puzza, il degrado, l'abbandono, le cicatrici di una capitale dell'umanità che fatica a riconoscersi, senza orgoglio, strafatta e rassegnata per capire che era meglio non metterci la faccia.

Se la grillina Raggi boicottò il sogno olimpico, il piddino Gualtieri si è presentato davanti al mondo in ciabatte. Due modi diversi di ripudiare Roma, che non riesce a tenere il passo di Milano, dove l'Expo c'è stato e le Olimpiadi, invernali e rammendate, comunque ci saranno. Roma invece ha rinnegato la sua magia. Questa apparizione al mercato dell'Expo alla fine sa quasi di elemosina. Riad profuma di soldi e ogni desiderio ha un prezzo. È la voglia di futuro del principe saudita Mohammed bin Salman, che sotto l'Expo spera di seppellire delitti e castighi. È una promessa di scambi e investimenti, accordi che vanno dall'energia all'intelligenza artificiale. È grandi imprese e fondi sovrani, mercati e minerali.

Tutti adesso dicono che tra Roma e Riad non c'è gara, non c'è confronto, non c'è partita. Gli arabi, raccontano, stanno costruendo una città da sogno nel deserto. Noi, giorno dopo giorno, stiamo costruendo un deserto dentro una città eterna.

Quanto costa? Roma, in fondo, un principe del deserto se la può comprare.

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