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Il giorno degli sciacalli

La stampa europea attacca: l'Italia in malora col ritorno di Berlusconi. E da noi giornali, sinistra e poteri forti tifano per lo spread

Il giorno degli sciacalli

La stampa europea sbeffeggia Silvio Berlusconi. Alcuni politici e analisti delle nostre parti se ne compiacciono. Eppure gli stessi concordano sull'impossibilità che il Cav vinca le elezioni. Dunque la critica è rivolta all'esistenza stessa dell'ex premier italiano e, c'è da supporre, dei suoi elettori. Il ritorno della litania che vede il Cavaliere come male assoluto rischia di radicalizzare la campagna elettorale. Terreno propizio per Berlusconi. Tanto più che ieri a leggere il Financial Times si legge tutt'altro. Secondo il suo editorialista Wolfgang Munchau il problema oggi è Mario Monti. Ecco una sintesi. L'ultimo anno del suo governo è stato una bolla. In poco tempo ci si renderà conto che negli ultimi dodici mesi è cambiato molto poco, se non che l'economia italiana è piombata in una profonda recessione. Occorre subito un governo politico che abbandoni le politiche di austerità e convinca la Merkel a socializzare il debito europeo. L'editorialista continua sostenendo che la coalizione di Bersani non sarà quella adatta a fare le cose giuste. Riconosce a Berlusconi una diagnosi esatta della nostra situazione economica, a cui però non sono seguiti comportamenti coerenti durante il suo ultimo governo.

Il punto è esattamente questo. I mercati si interrogano su quello che succederà con il prossimo governo. Comprensibilmente non amano l'incertezza. E l'aumento di trenta centesimi dello spread che si è verificato ieri ne è il segnale più chiaro. Come correttamente ha detto lo stesso premier, non si deve «drammatizzare». Per l'Economist (venerdì scorso) c'è un forte timore che la coalizione guidata da Bersani, influenzata da Vendola e soprattutto dalla Cgil, possa ridurre ancora di più la competitività della nostra impresa. Anche il centrodestra (aggiungiamo noi), se fosse vittima dei suoi eccessi populistici, potrebbe compromettere una speranza di ripresa. Un esempio per tutti: mettere in discussione l'innalzamento dell'età pensionabile sarebbe un errore gigantesco.

Non vi è un motivo al mondo per spaventarsi di ciò che sta avvenendo in queste ore. Piuttosto si rifletta sul fatto che abbiamo una disoccupazione che supera l'11 per cento, un Pil che crolla di più di 2 punti percentuali, una Borsa (ma non per i risultati di ieri) che ha una capitalizzazione inferiore (in termini reali) a quella del 1943. Un atteggiamento più serio sarebbe quello di non demonizzare la discesa in campo di Berlusconi, ma incalzarlo sulle politiche economiche.

Da noi sembra più facile compiacersi delle battute di Raitre, della copertina di quel giornale tedesco che ritrae il Cav nel water e dei sussulti dei mercati che si attribuiscono sempre e solo all'odiato nemico.

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