Interni

Foto della Meloni a testa in giù: il post choc del presidente del museo. Che poi si scusa

Fratelli d’Italia chiede la rimozione dall’incarico: "Occorre un’unanime condanna a fronte di irresponsabili azioni che alimentano il clima d’odio". Poi le scuse: "Immagine di pessimo gusto"

Foto della Meloni a testa in giù: il post choc del presidente del museo. Che poi si scusa

Ascolta ora: "Foto della Meloni a testa in giù: il post choc del presidente del museo. Che poi si scusa"

Foto della Meloni a testa in giù: il post choc del presidente del museo. Che poi si scusa

00:00 / 00:00
100 %

La foto del premier Giorgia Meloni a testa in giù, il solito accostamento a Benito Mussolini e a Piazzale Loreto. Non si tratta del solito tweet violento di un hater senza nome, ma dell’attacco frontale di Luca Dell’Atti, presidente del Museo delle Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale di Ostuni, provincia di Brindisi. Il professore, in carica da fine dicembre, ha messo nel mirino il primo ministro pubblicando un suo scatto pubblicato da Fratelli d’Italia per i martiri delle foibe, capovolgendo però l’immagine. Un’offesa inaccettabile nei confronti di un primo ministro – da parte di chi magari parla di allarme patriarcato, come spesso capita a sinistra – che ha spinto FdI a invocare il suo licenziamento. Nel pieno della bufera, Dell'Atti ha ammesso le sue colpe e ha chiesto scusa al premier per "l'immagine di pessimo gusto".

Foto Meloni a testa in giù

La prima denuncia è stata quella di Luigi Caroli, coordinatore provinciale e consigliere regionale di Fratelli d’Italia. L’esponente meloniano ha parlato di “gesto vergognoso di una gravità inaudita”, chiedendo al sindaco di Ostuni e alla sua amministrazione di revocare l’incarico conferito a Dell’Atti: "Chi decide di ricoprire un ruolo, lo deve fare in maniera equilibrata, serena e nel rispetto delle Istituzioni". A preoccupare è l’intento violento del messaggio, in netto contrasto con chi si professa democratico e pacifista.

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, ha sottolineato che “il sacrosanto diritto ad esprimere le proprie idee non può sconfinare infatti in un chiaro incitamento alla violenza”: “Ma il direttore del Museo di Ostuni, all’evidenza non pago di quella rappresentazione, ha pensato bene anche di disconoscere e schernire il Giorno del Ricordo, dimentico che lo stesso è stato istituito per onorare i Martiri delle Foibe e per sottrarre all’oblio una vergognosa pagina della nostra storia che fatichiamo a credere qualcuno ancora neghi”. Ma non è tutto. Foti pretende l’unanime condanna di azioni come questa che non fanno altro che alimentare il clima d’odio.

"Questa volta la sinistra romperà il muro del silenzio? Chiederanno le dimissioni di una persona il cui profilo è evidentemente più adatto a frequentare il centro sociale Askatasuna che a dirigere un museo comunale? O a Brindisi, come a Torino, la sinistra santificherà chi propone la violenza come metodo di lotta politica?”, è la provocazione del sottosegretario Andrea Delmastro, in riferimento al "premio" ideato dal sindaco Lo Russo per i centri sociali noti per violenze e angherie: “Per l'ipotesi che ancora una volta calerà il silenzio, provo a fare una modesta proposta: il Sindaco di Torino potrebbe caricarsi questo scienziato per dirigere Askatasuna, suo nuovo fiore all'occhiello".

"A Giorgia Meloni porgo le mie scuse umane, sincere e sentite per l'immagine di pessimo gusto che ho, improvvidamente, postato sulle mie storie instagram", il messaggio di Dell'Atti dopo la bufera. Il presidente dell'Istituzione Museo Civico di Ostuni ha spiegato di aver agito sull'impeto di una critica (poco attenta nelle modalità) sulle posizioni assunte dalla presidente del Consiglio con riferimento alla "Giornata del ricordo":"La leggerezza del mio gesto mediatico non ha nulla a che fare con la mia personalità, tutt'altro che violenta. La mia famiglia, la mia storia politica, la mia professione, le mie amicizie dimostrano la mia completa lontananza da modalità e messaggi violenti di qualunque tipo. In parole più chiare: per i miei valori e la mia sensibilità, non potrei neppure concepire di augurarmi la morte di qualcuno". Dell'Atti ha poi evidenziato che un post su Instagram non ha a niente a che fare con la gestione del Museo di Ostuni, respingendo qualunque accusa relativa alla "agibilità democratica" della gestione del Museo.

La posizione di Dell'Atti è in bilico. L'amministrazione comunale di Ostuni ha preso le distanze dal post contro la Meloni.

Il sindaco Angelo Pomes ha posto l'accento sul suo lavoro e su quello della giunta per restituire credibilità alle Istituzioni e per recuperare la fiducia dei cittadini, questo episodio "rappresenta un danno all'immagine della nostra città ed al percorso virtuoso avviato": "Ribadisco, pertanto, la piena presa di distanza da quanto pubblicato a titolo personale dal presidente del Museo e, in attesa di incontrarlo per gli opportuni chiarimenti, mi riservo di assumere ogni e qualsiasi decisione per tutelare l'istituzione e tutto il lavoro portato avanti in questi mesi dall'amministrazione comunale".

Commenti