Da giovane turco a giovane renziano: Orfini presidente Pd

C'era un tempo in cui Orfini, bersaniano doc, criticava metodi e programmi del premier. Ora la musica è cambiata. Civati e Fassina non ci stanno

Da giovane turco a giovane renziano: Orfini presidente Pd

C'era un tempo in cui Matteo Orfini criticava aspramente Matteo Renzi. Il giovane turco, bersaniano doc, era in prima fila a dire che "le ricette di Renzi sono vecchie e non sono quelle giuste per il paese" (era il 14 settembre 2012), a spiegare che "dire il liberismo è di sinistra, dire Marchionne senza sì e senza ma, dire non me ne frega niente dell'articolo 18 è mettersi in scia esattamente con quelli che vuole rottamare", a giudicare "folle" l'ipotesi di una candidatura di Renzi (era il 29 marzo 2013)", a biasimare i toni inaccettabili usati, a ribadire che "Renzi e io siamo geograficamente ai poli opposti nel Pd", a rifiutare le discussioni sulla leadership personalistica.

Quando poi si è avvicinato il tempo della candidatura di Renzi a segretario del Pd, Orfini teneva a precisare: "Non credo che sarà il mio candidato. A me non piace l'idea che si possa stare da un'altra parte mentre il partito ha bisogno di aiuto". Passano i mesi e la solfa non cambia. "Credo che Renzi abbia un'idea chiara di partito, che è diversa da quella che ho io, credo che immagini un partito come strumento al servizio di un leader che punta a qualcos'altro, in questo caso la guida del paese, io credo che noi abbiamo bisogno di qualcosa di diverso".

Dopo tutta questa sfilza di critica, arriva, quasi silenziosa, la metamorfosi orfiniana. "Vinciamo grazie a Renzi", affermava qualche giorno fa commentando le ultime elezioni europee e amministrative. E poi: "Il fatto che il segretario del partito sia a palazzo Chgi rende più forte il governo". Infine, ieri Orfini si è schierato apertamento con Renzi nella polemica sulla sostituzione di Mineo. Il giovane turco ha detto chiaro e tondo: "A me è capitato molto spesso di superare le mie convinzioni per l'unità del paritto, per il bene di tutti e credo che Mineo dovrebbe fare la stessa cosa, sulle riforme si è discusso molto, ora deve prevalere l'orientamento della maggioranza".

Adesso Orfini è il nuovo presidente del Partito Democratico. La discussione sulla sua nomina pare sia durata una notte e sia giunta in extremis. Nel senso che prima del suo, era spuntato il nome del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, nome indicato da Gianni Cuperlo a Lorenzo Guerini e Matteo Renzi per una presidenza unitaria. Ma alla fine a Zingaretti è stato preferito proprio Orfini. Le polemiche non si sono fatte attendere. "Orfini è un dirigente di primissima qualità ma non mi sembra risponda ai criteri di un figura superparters", ha affermato Stefano Fassina.

"I numeri per Renzi sono schiaccianti: nella notte è arrivata l’indicazione via sms per Matteo Orfini presidente. Io mi asterrò. C’è molto imbarazzo per il metodo", ha tuonato Pippo Civati.

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