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"Il governo lascia i poliziotti in mutande"

La denuncia del Sindacato di Polizia: "Da due anni 10mila divise giacciono nei magazzini perché manca l'ok del ministero"

"Il governo lascia i poliziotti in mutande"

“Siamo agli stracci, ma nel vero del senso della parola”. Il segretario del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), Gianni Tonelli, non usa mezzi termini per commentare l'ultimo paradosso politico-burocratico che ha investito le forze dell'ordine. Si tratta delle nuove divise operative che da circa due anni sono stipate nei magazzini in attesa di ricevere l'ok da parte della commissione collaudo. Nel frattempo, i poliziotti in servizio devono arrangiarsi utilizzando indumenti vecchi e inadeguati.

Tonelli, cosa è successo?

“Da due anni circa 10mila divise giacciono nei magazzini incellofanate”.

Motivo?

“Mancava il collaudo del dipartimento di pubblica sicurezza sui pantaloni. Un cavillo burocratico che ora pare sia stato risolto”.

Pare?

“Sì, perché la circolare diramata dal Viminale è tutt'altro che chiara”.

Scusi, il testo recita così: “Si dispone che la divisa operativa estiva sia indossata da tutti gli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine e delle Volanti delle Questure a decorrere dal 10 luglio prossimo”. Sembra che ce l'abbiate fatta...

“No, perché poi nella circolare è scritto: “La consegna al personale del solo pantalone estivo potrebbe, in alcune sedi, non essere effettuata in un'unica soluzione”. Cioè parlano di rateizzazione di vestiti, ci rendiamo conto? Siamo già a luglio e la verità è che la situazione è disastrosa”.

Il Viminale cosa vi ha detto?

“Le risposte del Ministero sono evasive, non sanno neanche loro cosa devono fare, mancano i soldi e hanno fatto ordini sottostimati. Le faccio qualche esempio?

Prego.

“A Pistoia 70 divise sono riposte nell'armadio e quando arriverà l'agognato ok al loro utilizzo ci saranno problemi di taglie perché gli agenti hanno cambiato questura. Nella provincia di Padova a fronte di circa 190 unità il Ministero sta predisponendo l'invio di 104 nuove divise. In compenso avremo 562 calze di cotone. A Cremona su 84 operatori solo 30 avranno le nuove divise, ma le taglie non corrispondono”.

Cosa comporta tutto ciò?

“Non ci sono ricambi, ci saranno colleghi vestiti in maniera differente, dovremo completare l'abbigliamento con i capi di un'altra divisa. E il governo non ha fatto nulla, se non lasciarci con le pezze”.

Cosa potrebbe fare?

“Noi dobbiamo pensare a una seria riforma dell'apparato di sicurezza con una parziale unificazione delle forze di polizia e degli apparati logistici. Abbiamo il 60% delle risorse umane, strutturali ed economiche che vengono spese nell'apparato logistico-organizzativo. Se invece di fare 10 centrali operative ne facessimo una; se invece di sette posti di polizia ce ne fossero tre e così via si migliorerebbe la sicurezza e si ridurrebbero le spese”.

Sta suggerendo la spending review a Renzi?

“Sono mesi che gli stiamo soffiando all'orecchio, ma finora non abbiamo avuto alcuno confronto. Non non siamo per preservare, anzi noi siamo quelli che dicono: “Venite con le ruspe”.

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