Politica

Grasso in campo con Bersani: "Riformeremo noi la giustizia"

Bersani presenta la candidatura di Grasso: "Con lui riscossa civica". Il procuratore nazionale antimafia: "Lascio la toga per aiutare far crescere l'Italia"

Piero Grasso annuncia la sua candidatura con il Pd
Piero Grasso annuncia la sua candidatura con il Pd

Come se ancora ce ne fosse bisogno, la candidatura del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso tra le file del Partito democratico ha suscitato poderose polemiche contro la magistratura e ha risollevato il dubbio dell'imparzialità delle toghe nostrane. Anche l'Anm ha chiesto a gran voce una regolamentazione più certa per porre una linea di separazione tra giustizia e politica. Tanto che, non appena il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha presentato la "salita" in politica del magistrato con parole di elogio sperticato, Grasso ha subito annunciato "graduale riforma della giustizia".

Negli ultimi giorni sono ben quattro i magistrati che hanno deciso di impegnarsi politicamente. Anche Grasso si è lasciato tentare dal parlamento. Lo ha fatto con il piddì e non, come pensavano i più, al fianco di Mario Monti. "Il Pd vuole essere una infrastruttura per la riscossa civica del paese perché la politica da sola non arriva e ci vogliono energie civiche", ha spiegato Bersani annunciando la candidatura del procuratore nazionale antimafia come capolista alle politiche. In caso di una vittoria della sinistra, i sondaggisti lo vedono già alla poltrona di Guardasigilli. Una vera e propria operazione di marketing politico. "Abbiamo scelto di mettere due parole, moralità e lavoro, davanti alla legislatura e la legalità come priorità assoluta per il nostro Paese", ha continuato il leader democrat presentando Grasso come il fiore all'occhiello della sua lista, garanzia di una decisa lotta per la legalità e contro la criminalità organizzata. Un'operazione che è iniziata il 17 dicembre al brindisi di fine anno con il capo dello stato Giorgio Napolitano e che punta a mettere le mani sul dicastero di via Arenula per avviare una riforma della giustizia che, si può immaginare, andrà in tutt'altra direzione rispetto a quella per cui ha, a lungo, combattuto anche Silvio Berlusconi.

"Io non salgo e non scendo. Mi sposto, dopo aver fatto il magistrato per 43 anni - ha spiegato il magistrato - perché penso che le idee camminare sulle spalle di tutti. E possono cambiare il Paese. Qui ho trovato una casa". Nei progetti di Grasso c'è appunto la riforma della giustizia. Una riforma che vada a "rivoluzionare" il sistema attuale "in maniera graduale". Ovviamente, il piano generale non è stato presentato. Ma qualche punto sì: si va dal voto di scambio alla corruzione, per approdare infine al falso in bilancio. Sulla responsabilità civile delle toghe non una parola. Così come non sono stati affatto affrontati problemi come il sovraffollamento delle carceri, l'eccessiva lungaggine dei processi, l'abuso delle misure cautelari in carcere o la divisione delle carriere. Problemi che non hanno mai interessato i democratici. Qualora la riforma della giustizia arrivasse in parlamento, Grasso potrebbe contare il sostegno anche di altrri magistrati che nelle ultime settimane si sono affacciati sulla politica.

"Se fossi in Parlamento con Ingroia non posso che augurarmi di seguire la stessa strada il cui obiettivo è quello di migliorare il Paese - ha fatto notare lo stesso Grasso - ci sono delle cose, trasversali, che si possono fare per migliorare il Paese".

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