Politica

Grillo si arrende e tratta

Il comico archivia l'antipolitica. Chiesto un incontro a Renzi per discutere di riforme

Per digerire la sconfitta contro Renzi, il Maalox preso all'indomani delle elezioni non è bastato. Così Grillo ora passa direttamente al Guttalax, noto lassativo. «Sono disposto a incontrare Renzi per parlare di riforme», ha detto ieri a sorpresa il comico genovese implorando un incontro con il premier pigliatutto. Sono passati appena quattro mesi dal loro primo e ultimo faccia a faccia trasmesso in diretta streaming. Ma sembra trascorso un secolo. Era il 19 febbraio. Grillo è seduto di fronte al candidato premier Matteo Renzi e sputa i suoi veleni: «Non hai la mia stima», «sei un ragazzo giovane ma vecchio dentro», «sei una persona non credibile», «provo indignazione per quello che tu rappresenti, le banche, De Benedetti...», «sei una macchietta in tv», «nessuna fiducia in te», «con te non sono democratico» e altre amenità. In tutto nove minuti di insulti.

L'ennesima retromarcia è il primo vero cambio di strategia dei Cinquestelle, non più indisponibili a collaborare con i partiti che solo un anno fa volevano far sloggiare a forza dai palazzi della politica. Un tentativo di «normalizzazione» simile a quello compiuto nei primi anni Novanta dalla Lega di Bossi che dopo aver promesso sfracelli si accomodò al banchetto di «Roma ladrona». In un momento in cui tutti stanno parlando con tutti per cercare di riscrivere le regole del gioco, Grillo non se l'è sentita di rimanere fuori dalla partita. I suoi voti in parlamento possono fare gola ma l'uomo resta inaffidabile. In Europa si allea con i ultranazionalisti di Farage, in Italia strizza l'occhio ai no Tav e ai gruppuscoli della sinistra radicale. Un giorno promette di processare i giornalisti in piazza, un altro si accomoda nel salotto di Bruno Vespa.

L'inattesa disponibilità di Grillo significa che evidentemente per le riforme e i nuovi assetti politici ormai ci siamo. Lo si deduce anche dal clamoroso ammutinamento dei senatori duri e puri del Pd, dal tentativo di avvicinamento di Alfano a Forza Italia, dall'annuncio della discesa in campo di Corrado Passera con un nuovo soggetto politico.

Grandi manovre in corso, e per dirla alla Briatore, chi nei prossimi giorni sbaglierà la mossa «sarà fuori».

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