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I gay? Se vogliono si sposino pure Ma niente figli...

Le nozze tra omosessuali prima o poi saranno una realtà: peggio per loro. I bambini però sono conformisti e prediligono sentirsi uguali a tutti gli altri

I gay? Se vogliono si sposino pure Ma niente figli...

Non è successo niente, ma può succedere di tutto. La Corte di Cassazione, do­po aver emesso la storica senten­za, secondo la quale le coppie gay devono godere della stessa digni­tà e degli stessi diritti riservati a quelle etero, ha aperto una brec­ci­a al matrimonio fra persone del­lo stesso sesso, ma non è detto che il Parlamento italiano ne tenga conto. La breccia potrebbe resta­re tale e non provocare l’abbatti­mento del muro che separa i due mondi, quello omo e quello ap­punto etero. Intanto si è scatenata una pole­mica furibonda, simile a quella su­scitata anni fa dal tentativo- fallito - di introdurre i cosiddetti Pacs e i Dico allo scopo di disciplinare la materia.

Insomma siamo di nuo­vo allo scontro tra laici e cattolici. I primi auspicano una codificazio­ne della sentenza della Cassazio­ne, i secondi non vogliono nem­meno prendere in considerazio­ne l’idea. Dato che nell’attuale maggioranza sono presenti en­trambe le categorie, sarà difficile trovare un compromesso soddi­sfacente. La battaglia infurierà qualche giorno, forse qualche mese, poi il problema - come è sempre avve­nuto in passato- verrà accantona­to e chi si è visto si è visto. La questione è deli­cata, ma non è azzardato pensa­re che a lungo andare l’ago della bilancia penda dalla parte di chi spinge per ufficializzare le unio­ni di fatto, a prescindere dal­l’aspetto sessuale. Questo non è un auspicio,ma un’ipotesi basa­ta anche sulle direttive europee, tutte orientate a consentire noz­ze vere e proprie fra gay. Senza contare che in vari Paesi della Ue il superamento della discri­minazione è cosa fatta. Si tratta forse di aspettare; pre­sto o tardi anche l’Italia sarà co­stretta ad adeguarsi.

Ed è inutile alzare barricate contro Bruxel­les perché si impiccia degli affa­ri interni, compresi quelli etici, dei singoli Paesi europei. Già. L’Europa o la si accetta con tutte le sue norme, burocratiche e no, con la sua moneta unica (più cro­ce che delizia), oppure la si re­spinge epperò se ne esce subito con la consapevolezza delle con­seguenze. Entrando nel merito del matri­monio gay, vi sono argomenti va­lidi per bocciarlo. Ma tutti legati a una visione antica della socie­tà, quando questa era impostata secondo criteri che non hanno più riscontro nella realtà: l’esi­genza di un contratto matrimo­niale con tre protagonisti, l’uo­mo, la donna (in grado di procre­are) e lo Stato, che utilizzava i fi­gli per la leva obbligatoria, men­tre ora li spreme solamente a fi­ni fiscali.

Le nozze omo adesso vengo­n­o invocate per assicurare l’assi­stenza, la reversibilità della pen­sione, l’assegnazione di case po­polari. È una faccenda di welfa­re. A ciò si può essere ostili o no. Parlo a titolo personalissimo e non con la pretesa di essere per­suasivo: i gay desiderano sposar­si? Prego, s’accomodino. Peg­gio per loro.

P. S.: vogliono adottare bambi­ni? Su questo punto manifesto forti perplessità. E ricordo che i figli sono conformisti.

Farli cre­scere in una famiglia con due pa­pà e senza mamma, o con due mamme senza papà, non mi pa­re li aiuti a sentirsi uguali agli al­tri, come prediligono.

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