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Altro che effetto manganelli. La verità sulla Sardegna è un'altra

Il voto in Sardegna non è stata una vittoria delle matite contro i manganelli del governo repressivo della Meloni. Ecco l'opinione dei sondaggisti

Altro che effetto manganelli. La verità sulla Sardegna è un'altra

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I sondaggisti smentiscono la Todde: "I manganelli non hanno influito"

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“La Sardegna ha risposto ai manganelli con le matite". La grillina Alessandra Todde, neopresidente della Regione, non ha dubbi: i sardi voluto punire il governo repressivo di Giorgia Meloni.

I manganelli usati dalla polizia a Pisa e Firenze contro i manifestanti filopalestinesi che cercavano di forzare i blocchi sono stati determinanti nel voto in Sardegna. “L’antifascismo” ha decretato la vittoria del centrosinistra. Ma è veramente così? Nel merito i sondaggi concordano all’unanimità: non c’è alcuna correlazione tra gli scontri a Pisa e Firenze con le elezioni Regionali in Sardegna. “Fascismo e antifascismo non c’entrano niente”, sentenzia Renato Mannheimer, fermamente convinto che l’elemento determinante sia stata la scelta del candidato di centrodestra, Paolo Truzzu, sindaco uscente di Cagliari. Ma non solo.

“Quando lo scarto è così minimo, di appena 3mila voti, non si può nemmeno parlare di cambio di vento. Non esagererei”, conclude Mannheimer. Una tesi che viene condivisa anche da Carlo Buttaroni, fondatore dell’Istituto Tecné, che mette in evidenza come persino Truzzu abbia preso 50mila voti in più di quelli che i sardi attribuirono al centrodestra alle ultime elezioni Politiche. E, se si considerano i voti delle singole liste di centrodestra, questa cifra sale a 60mila voti in più. “Insomma, se i sardi avessero voluto punire il governo per i manganelli, il centrodestra non avrebbe aumentato i suoi voti”, spiega Buttaroni che sul punto è netto: “I motivi della sconfitta sono la bravura della Todde che ha preso 40mila voti in più della coalizione e il flop di Truzzu nella sua città, Cagliari”. Anche secondo Livio Gigliuto, presidente esecutivo dell’Istituto Piepoli, non crede che la “questione manganelli” abbia determinato un passaggio di voti dal centrodestra al centrosinistra: “Quando vi è uno scarto di tremila voti qualsiasi fattore può essere determinante, anche la presenza nelle liste di un bravo portatore di voti. Nel caso sardo, però, ha inciso il voto di Cagliari”. Gigliuto ricorda che, in Sardegna, la coalizione uscente ha sempre perso, ma in questo caso il centrodestra ha aumentato i voti rispetto alle Politiche, mentre la bocciatura dei sardi è solo sul nome di Truzzu. Antonio Noto, infine, è tranchant: “I manganelli hanno influito zero. In Sardegna c’è stato solo l’effetto Todde”.

Insomma, i numeri parlano chiaro: “Se Truzzu avesse perso a Cagliari di 12 o 15 punti anziché di 20, a quest’ora sarebbe presidente della Sardegna”, sentenziano all’unanimità i sondaggisti smentendo categoricamente che il voto nell’Isola possa rappresentare una bocciatura per il governo Meloni.

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