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La Idem scaricata anche dal premier

Letta oggi incontra il ministro evasore e annuncia: "Voglio vedere le carte. Ma le regole si rispettano"

Il premier Enrico Letta e il ministro dello Sport Josefa Idem
Il premier Enrico Letta e il ministro dello Sport Josefa Idem

Roma - «Nessun doppio standard» promette Letta sul caso Idem, ministra che non ha pagato l'Imu a sua insaputa. Per una frase sui gay alla pidiellina Biancofiore fu revocata la delega (coincidenza: proprio nello stesso ministero della Idem) nel giro di poche ore, mentre per una vicenda imbarazzante, difesa ancora peggio dalla ministra allo Sport, ancora nessuna richiesta ufficiale di dimissioni o passi indietro. Ufficiale no, ma ufficiosamente da Letta arriva un preavviso di sfratto. Il premier vuole «leggere le carte» e poi decidere cosa fare, di comune accordo con la canoista: «Incontrerò la ministra Idem (oggi pomeriggio, ndr) e insieme decideremo cosa fare - dice Letta a Raitre - Voglio vedere tutte le carte, dobbiamo essere garantisti e in grado di garantire che l'opportunità e il rispetto delle regole siano un elemento chiave del nostro governo. Ma nessun doppio standard». Un modo ovattato (scuola Dc...) per dire che alla Idem conviene tenere d'occhio le valigie. Il governo Monti perse il suo primo pezzo, il sottosegretario Malinconico, dopo due mesi dall'insediamento. Se si dimetterà, a neppure quattro settimane di governo, la campionessa Idem batterà un altro record, senza medaglie.
Dal Pd imbarazzo e silenzi, ma chi parla fa capire che il partito l'ha mollata. Il bersaniano Rossi, governatore della Toscana, chiede alla ministra di rimettere il mandato, mentre il governatore Pd dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, è pronto a chiederle di persona le dimissioni, «se solo riuscissi a rintracciarla...». Gentiloni capisce «sul piano umano» la Idem, «ma per un ministro gli errori non valgono come per chiunque altro, è il rovescio delle medaglie», ancora più diretto Funiciello, responsabile Cultura e comunicazione del Pd: «Le parole del ministro Idem sono decisamente insufficienti a spiegare i reati che ha commesso». Al Pd tocca una lezione di coerenza dall'ex ministro Scajola, all'epoca distrutto dal centrosinistra: «Mi dimisi di mia iniziativa, per mettere al sicuro il governo - racconta Scajola -. Al ministro Idem non posso che consigliare di fare lo stesso che feci io. Se si è innocenti la verità alla fine viene fuori, com'è accaduto per me». Critiche, per mancato fair play, anche dai colleghi olimpionici (da Yuri Chechi a Fiona May: «Al suo posto mi dimetterei»). Le parole più comprensive per la Idem arrivano dal capogruppo Pdl Brunetta: «Io sono garantista all'ennesima potenza, a differenza dei colleghi del Pd. Chi non ha mai fatto un errore nella denuncia dei redditi? Chi non ha mai fatto un errore sull'Imu? Chi non ha mai fatto un errore sull'Iva?». E anche l'indulgenza plenaria dal Pdl fa capire che la Idem ha le ore contate. E già è partito il toto-nomi per la poltrona quasi vacante. Lo Sport non dispiacerebbe al senatore Pdl Franco Carraro, già presidente Figc, peccato che il dicastero comprenda anche Politiche giovanili e Pari opportunità, tradizionalmente affidate ad una donna. In pista dunque le deputate-atlete Vezzali (Scelta civica) e la 27enne Laura Coccia (Pd), campionessa paraolimpica di atletica.
Le carte, nel frattempo, non le sta vedendo solo Letta, ma anche la Procura di Ravenna. Il procuratore capo Isabella Cavallari ha dato mandato alla polizia municipale di compiere tutte le verifiche sulla palestra di Santerno, frazione di Ravenna, dove la Idem ha trasferito la residenza. Gli accertamenti affidati all'Ufficio polizia commerciale saranno determinanti per l'individuazione delle eventuali ipotesi di reato. Riguardo alla palestra sono diverse le testimonianze - raccolte dalla stampa locale - di persone che sostengono di essersi iscritte pagando una quota mensile e una di iscrizione. Alla palestra, dunque, che nel frattempo era accatastata come prima abitazione, con i relativi benefici fiscali.

Ovviamente a sua insaputa.

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