Interni

"Illazioni da lettere anonime". Sgarbi stronca le polemiche sui cachet. Meloni valuterà il caso

Il critico d'arte replica nuovamente alle accuse contenute in un'inchiesta giornalista del Fatto: "Falsi basati su indiscrezioni rubate". La sinistra chiede le sue dimissioni, lui non indietreggia

"Illazioni da lettere anonime". Sgarbi stronca le polemiche sui cachet. Meloni valuterà

Ascolta ora: ""Illazioni da lettere anonime". Sgarbi stronca le polemiche sui cachet"

"Illazioni da lettere anonime". Sgarbi stronca le polemiche sui cachet

00:00 / 00:00
100 %

Vittorio Sgarbi nell'occhio del ciclone, tra accuse e categoriche smentite. Illazioni e secche repliche. Nei giorni scorsi il Fatto Quotidiano aveva accusato il critico d'arte di avere un conflitto d'interessi tra la propria attività istituzionale e quella di conferenziere, parlando di cachet d'oro percepiti dal professore per consulenze, presentazioni e mostre. La replica seccata e puntuale del sottosegretario non si era fatta attendere, con tanto di annunciate querele al giornale diretto da Marco Travaglio e all'autore di quell'articolo sul suo conto. "Ho guadagnato 300mila euro in 9 mesi? Non lo so, forse è una cifra sottostimata, spero che siano molti di più", ha commentato lo stesso Sgarbi a mezzo stampa, precisando: "La mia attività non è vietata dalla legge. Sono come un ministro che scrive libri".

"Illazioni". Sgarbi contro il Fatto

Il noto critico d'arte ha inoltre precisato di avere una lettera dell'Anac che giustifica le sue "attività divulgative". Inoltre - ha attaccato - le "illazioni" della stampa "nascono dalle denunce di un mio collaboratore con lettere anonime. Ma sono infondate. E comunque non prendo una lira dal ministero per le missioni". Dalle colonne del Fatto Quotidiano stesso, intanto, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, era sembrato quasi infastidito dalla situazione creatasi. "Non sapevo nulla delle consulenze. Ho già avvertito Meloni. Del resto non l'ho voluto io. Cerco di tenerlo a distanza e di rimediare ai suoi guai", aveva detto al giornale. Ma secondo Sgarbi quelle dichiarazioni non sarebbero autentiche.

I rapporti con Sangiuliano

"Quella del ministro Sangiuliano è una intervista falsa", ha contestato il professore a margine di un incontro in prefettura a Bologna, leggendo ai giornalisti un messaggio ricevuto dal ministro, che - secondo quanto riferito - recitava: "Non ho rilasciato alcuna intervista, ho solo detto di non sapere di cosa si parlasse". Sgarbi ha inoltre riferito di rapporti cordiali con il ministro: "La telefonata che mi ha fatto poche ore fa è esattamente di spirito contrario a quanto si legge in quella falsificazione. L'ultima volta che abbiamo parlato è stato 12 ore fa e mi ha fatto venire a Bologna dimostrando un affetto straordinario".

Le indiscrezioni rubate e le lettere anomine

Sangiuliano aveva inoltre detto al Fatto di aver inviato una segnalazione all'Antitrust, della quale l'Autorità ha effettivamente confermato la ricezione nelle scorse ore. E mentre la sinistra iniziava il tiro al bersaglio preventivo nei confronti del sottosegretario, quest'ultimo tornava a tuonare contro il Fatto Quotidiano e i suoi articoli: "Sono falsi, basati su una serie di indiscrezioni rubate dal mio computer e da quello del mio assistente, con un'invasione che ho già denunciato alla polizia postale".

Da questa violazione - ha continuato il critico d'arte - "hanno trovato una serie di dati che sono stati accostati per fare quegli articoli, basati su alcune lettere anonime che ho visto anche io, sulle quali hanno fondato il loro racconto". Lettere anonime - precisa Sgarbi - "che sono probabilmente partite da un mio collaboratore, che non ha più rapporti con me, che è entrato nel mio computer e ha tratto alcuni elementi che ha inviato al Fatto, che poi ha costruito il suo romanzo. Ma si tratta di una cosa totalmente falsa".

"Nessuna indagine sulle consulenze"

In base a quanto apprende e riporta l'Ansa, nessun fascicolo di indagine è stato aperto dalla procura di Roma in relazione a consulenze a favore del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi per la sua partecipazione a conferenze ed eventi. A piazzale Clodio è invece avviato da alcuni mesi un fascicolo relativo a un presunto mancato pagamento di debiti con l'agenzia delle entrate; una vicenda che risale all'ottobre 2020 che riguarda anche l'acquisto all'asta di un quadro di Vittorio Zecchin. Sempre a quanto si apprende, per questi fatti Sgarbi non è ancora stato ascoltato dagli inquirenti. "È una indagine senza fondamento perché l'opera non è mia. È stata comprata ed è stata notificata allo Stato dalla mia fidanzata, Sabrina Colle", ha commentato al riguardo il critico d'arte.

E mentre le polemiche si spostano sul piano politico, con richieste di dimissioni da parte della sinistra e Cinque Stelle, il diretto interessato non indietreggia. "Possibilità che io mi dimetta? Nessuna. Ogni libera prestazione, conferenza, spettacolo, deve essere pagata", ha detto il professore ad Affari Italiani.

Meloni valuterà, ma no decisioni drastiche

Intantio, a quanto si apprende, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, approfondirà appena le sarà possibile la vicenda legata al sottosegretario e successivamente "farà le sue valutazioni". Al momento, sempre secondo quanto risulta all'Ansa, non ci sono decisioni drastiche in vista.

Il premier, impegnato oggi nelle comunicazioni alle Camere alla vigilia del Consiglio europeo, non avrebbe ancora avuto modo di esaminare la vicenda, appresa questa mattina da notizie di stampa.

Commenti