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Imu, ora si rischia l'abolizione parziale: i cittadini pagano le furbate dei sindaci

Il governo: "Non aumenterà la benzina". Ma nei Comuni che hanno alzato l'aliquota per avere più rimborsi dallo Stato, toccherà ai cittadini pagare la differenza

Imu, ora si rischia l'abolizione parziale: i cittadini pagano le furbate dei sindaci

"Non ci sarà alcun aumento della benzina". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanni Legnini cerca di spegnere le polemiche e assicura che l’aumento delle accise sui carburanti a partire dal 2015, ipotesi trapelata ieri pomeriggio per cancellare la seconda rata dell'Imu sulla prima casa, è stata solo ipotizzata come "clausola di salvaguardia differita nel tempo". "Ci sarà quindi tutto il tempo per non farla scattare", taglia corto Legnini. Eppure, in attesa che il decreto sia varato martedì prossimo dal Consiglio dei ministri, non mancano scenari che non lasciano affatto tranquilli i contribuenti. L'abolizione dell'imposta rischia infatti di rivelarsi una vera e propria beffa: il decreto prevede infatti che nei Comuni, che hanno alzato l'aliquota per avere più rimborsi dallo Stato, toccherà ai cittadini pagare la differenza.

La dead line è il 16 dicembre. Il governo lotta contro il tempo. Eppure se la prende comoda: aspetta l'ultimo minuto per portare in parlamento una misura che potrebbe dare la botta finale agli italiani dopo un anno terribile segnato da un aumento impressionante della pressione fiscale. Martedì prossimo il Consiglio dei ministri siglerà la bozza esaminata giovedì scorso da Palazzo Chigi e i cui contenuti sono ancora nebulosi. Tanto che, a soli venti giorni dalla scadenza, si inseguono anticipazioni e smentite. Dopo che Legnini ha assicurato che non verranno aumentate le accuse sulla benzina, viene fuori che il governo è seriamente intenzionato a farla pagare a quei sindaci che hanno provato a fare i "furbetti" con lo Stato gonfiando al massimo l'Imu sulla prima casa. Il giochino messo in atto è semplice: contando sul fatto che l'imposta sarebbe stata cancellata, hanno portato al massimo le aliquote per ricevere da Roma un rimborso maggiore. Chi sono questi furbetti? Luigi De Magistris a Napoli, Giuliano Pisapia a Milano, Virginio Merola a Bologna e Marco Doria a Genova, tanto per fare alcuni nomi. Hanno ritoccato all'insù (alcuni fino al 6 per mille) le aliquote per andare ad appianare i conti coi soldi che il governo deve corrispondere per la cancellazione dell’Imu. Così, come anticipa il Messaggero, nel decreto sarebbe stata inserita una norma per prevedere che la seconda rata sarà abolita "fino ad un importo pari alla metà dell’imposta calcolata applicando l’aliquota e la detrazione stabilite dal Comune per il 2012". Insomma, se l'amministrazione comunale ha fatto la furbata di aumentare l’aliquota, i cittadini dovranno sborsare la differenza. In questo modo, come fa notare ItaliaOggi, l'abolizione promessa dal premier Enrico Letta sarebbe "parziale".

Il decreto del governo è pensato proprio per porre un freno agli aumenti delle aliquote. Un trucchetto che arriverebbe a costare alle casse dello Stato altri 500 milioni di euro. Insomma, la furbizia non paga. O meglio: a pagare saranno ancora una volta i cittadini. I milanesi, per esempio, dovranno ringraziare Pisapia per aver portato l’aliquota sulla prima casa dal 4 al 6 per mille. A Napoli, invece, dovranno ringraziare De Magistris che ha approvato un ritocco dell’1 per mille portando l'aliquota, che già era stata alzata nel 2012, dal 5 al 6 per mille. Ma i due sindaci "arancioni" non sono i soli ad aver macchinato questo trucchetto che gli si rivolterà contro. Nel capoluogo ligure, poi, Doria ha portato l’aliquota dal 5 al 5,8 per mille. Infine, a Bologna, il piddì Merola l'ha alzata dal 4 al 5 per mille. Per il momento il provvedimento resta sulla carta. Bisogna, infatti, vedere se una proposta del genere reggerà politicamente. "Può darsi che sia necessario fare un piccolo sacrificio su altre spese se non si vuole pagare la seconda rata Imu - ha assicurato il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio - ma il saldo per le tasche degli italiani è positivo". Ma le rassicurazioni del governo non convincono il centrodestra.

"Cancellazione solo parziale della seconda rata, dubbi sull’agricoltura, coperture fatte con altre tasse - ha commentato il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone - tutto ciò è un’offesa all’intelligenza e alla pazienza degli italiani".

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