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Imu, più tasse su banche e benzina per la copertura della seconda rata

Il decreto del governo introduce subito il rincaro Ires per credito e assicurativi e dal 2015 il ritocco sulle accise carburanti

Pompa di benzina
Pompa di benzina

Il governo cancella una tassa piazzando altri due balzelli. E a pagare saranni sempre gli italiani. Fra le coperture per la cancellazione della seconda rata dell'Imu l'esecutivo vuole aumentare al 128% per il 2013 e al 127% per il 2014 l'acconto Ires per banche e assicurazioni. Non solo. Nella bozza del decreto, di cui l’Ansa ha anticipato il contenuto, verrebbero anche aumentate le accise su carburanti a partire dal 2015 e sarebbe presente anche l’acconto sull’imposta del risparmio amministrato.

Per quanto riguarda le società il governo vuole aumentare gli acconti dell’imposta sull’Ires dal 100 al 101%. Sul fronte del risparmio amministrato, invece, "i soggetti che applicano l’imposta sostitutiva sono tenuti, entro il 16 dicembre di ciascun anno, al versamento di un importo, a titolo di acconto, pari al 100% dell’ammontare complessivo dei versamenti dovuti nei primi undici mesi del medesimo anno". Per quanto riguarda gli aumenti delle accise su benzina e gasoli, mirano a "determinare maggiori entrate nette non inferiori pari a 1.505 milioni di euro per l’anno 2015 ed a 42,2 milioni di euro per l’anno 2016". Un emendamento del governo, depositato in commissione a Palazzo Madama, prevede tuttavia un possibile aumento dell’aliquota dell’accisa sulla benzina e sulla benzina con piombo, nonchè sul gasolio usato come carburante, da gennaio 2017 a fine 2018 in modo tale da determinare maggiori entrate per 419 milioni di euro.

Il decreto prevede anche una norma interpretativa sugli acconti di Irpef e Ires nel caso in cui i contribuenti scelgano di fare il calcolo previsionale. Il decreto stabilisce, poi, che "l’importo versato non può essere inferiore al 100% dell’imposta che risulterà dovuta con la dichiarazione dei redditi".

Questo si traduce in un mini-beneficio per le società che ora devono versare il 101% se scelgono il calcolo dell’acconto automatico, ma evita una sorta di prestito forzoso visto che "si tratta di un pagamento d’acconto fatto su previsioni di guadagni reali".

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