Politica

L’incredibile suicidio dei federalisti

A dieci anni dalla riforma del titolo V della Costituzione, Monti annucia che è tutto sbagliato, tutto da rifare

Il federalismo è morto di ingordi­gia, praticamente un suicidio. So­no passati dieci anni dalla rifor­ma del titolo V della Costituzione, quella che doveva dare alle Regioni più spazio, più poteri, più competen­ze, soprattutto responsabilità. Ades­so Monti annuncia che è tutto sbaglia­to, tutto da rifare. Che è successo? Il peggio. Tutti a spendere, a dispensa­re privilegi ad amici e semplici cono­scenti, milioni di euro a ingrassare i politici in delirio di onnipotenza. Le Regioni come luogo dove si può fare tutto, senza controlli, e con voragini nel bilancio da coprire con sempre più tasse. In cambio di nulla. La beffa di una sanità pubblica malandata, di un welfare che tutela i furbi e non ve­de i deboli, tanto da lasciarli nella mel­ma senza un minimo di paracadute sociale ed economico. Le Regioni co­me cattedrali di clientelismo, in cui ogni preferenza diventa un favore e il voto di scambio è la regola, con il soli­to commento: ma lo fanno tutti. Fa pena e tenerezza pensare a chi al federalismo ha creduto davvero. A quelli che pensavano che riportando la politica sul territorio, vicino a casa, sarebbe stato più facile controllare i ladroni. Li conosciamo, non stanno lontano, lassù in alto, qui devono guardarci in faccia prima di rubarci le tasse. Così si diceva, si pensava. Inve­ce abbiamo scoperto che se Roma è la­drona, ci sono Regioni che lo sono an­cora di più. Abbiamo scoperto che nel sottobosco della politica locale fioriscono, di nome e di fatto, maneg­gioni affamati di ogni colore e cultura politica. C’è chi ruba volgarmente per le ostriche e chi lo fa con stile. Il ri­sultato non cambia. La verità è che il federalismo, come ogni altra idea, s’incarna nelle persone.E di fatto i fe­deralisti si sono mangiati pure il fede­ralismo. Torna di moda lo Stato cen­trale. Il ddl del governo Monti toglie poteri alle Regioni e impone il con­trollo della Corte dei conti sui bilanci. Solo che ci vorrà tempo. È una legge costituzionale, e per approvarla ser­vono due passaggi alla Camera e al­trettanti al Senato. Nel frattempo re­sta in piedi un federalismo avariato e morente. E senza controlli.

Con tanti Fiorito,c’è da scommetterci,pronti a ramazzare, voraci e mai sazi, gli ulti­mi pasti prima che la festa finisca. 

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