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L'ala dura in rivolta: "Non è un Paese libero"

Santanchè sfida i le toghe: "Abbiate il coraggio di mettere Berlusconi in cella". E Bianconi: "Dov'è chi diceva di fidarsi di Napolitano?..."

L'ala dura in rivolta: "Non è un Paese libero"

Roma - L'ira dei falchi del Pdl si abbatte pure sulla linea della responsabilità, tenuta dal partito fino alla sentenza di due giorni fa. Augusto Minzolini fu facile profeta quando disse al Giornale: «I magistrati stanno battendo un rigore a porta vuota. Credete che tireranno in tribuna mandando all'aria il sogno inseguito da vent'anni?». Infatti hanno segnato. Alla faccia di chi predicava toni soft perché magari la sentenza sarebbe stata diversa. Ora c'è chi ha voglia di dire «Ve l'avevo detto...». Maurizio Bianconi, per esempio, parlamentare e tesoriere del partito, lo afferma papale papale: «Dove sono gli amici che gli dicevano di fidarsi di Napolitano, di Monti, degli amici degli amici, di mollare, di farsi vedere ragionevole?». E ancora: «Lo volevano morto per ammazzare il centrodestra e poter finalmente dialogare in pace con la sinistra di governo e con i poteri forti esteri e nazionali». C'è rabbia per un epilogo che tanti giudicano «scontato».
Daniela Santanchè è un fiume in piena: «Oggi mi vergogno di essere italiana. E che schifo alcuni giornali come il Fatto Quotidiano e Repubblica che trattano Berlusconi come un delinquente comune, mentre io ora ho paura di vivere in questo Paese perché non viviamo in un Paese libero». Fin qui lo scoramento. Ma c'è anche la reazione: «Avete condannato Berlusconi? Pensate che la sentenza sia giusta e non politica? Abbiate le palle di mettere Berlusconi in galera». La logica è quella di provocare una sorta di big bang: dimostrare l'assurdità e la violenza della sentenza e, forti di ciò, avere la forza per riformare la giustizia.
E la «responsabilità»? Giuseppe Moles avverte: «Addirittura “ora” il presidente Napolitano sostiene occorre sbrigarsi a riformare la giustizia. Ma se questi sono i risultati della pacificazione... Fino a prova contraria Berlusconi questa responsabilità ha continuato a dimostrarla, ma la responsabilità è come la pazienza, ha un limite».
«Ora avanti tutta con la riforma della magistratura», dice un'altra fedelissima di Berlusconi come Michaela Biancofiore. La quale insiste sulla raccolta delle firme per sostenere i referendum dei Radicali e aggiunge: «Facciamo una class action di tutti gli italiani e facciamo ricorso alla Corte di Strasburgo». Ricorda il caso Craxi: «L'Italia è già stata condannata per intercettazioni illegali, notizie date in pasto alla stampa, violazione della vita privata, assenza di un giusto processo, mancata audizione di testi a favore. Tutte cose che anche Berlusconi ha subìto. Se non di peggio».

La battaglia continua.

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