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L'anticasta Grillo si mette con l'evasore Farage

Il leader inglese alleato con M5S non avrebbe dichiarato 205mila sterline. Rischia la galera

L'anticasta Grillo si mette con l'evasore Farage

Una gran bella figura non è. Non solo Grillo si è alleato in Europa con un ultraconservatore di destra, antieuropeista, anarchico e rivoluzionario, e per non farsi mancare nulla pure un briciolo antisemita, ma ora si scopre che il leader dell'Ukip, Nigel Farage, non è tutto quello stinco di santo che voleva farci credere. E non stiamo parlando del suo vizietto per i boccali di birra. Ci riferiamo ad un peccatuccio fiscale per delle spese da eurodeputato non dichiarate per le quali rischia addirittura un anno di carcere. In Inghilterra con queste cose non si scherza, mica è il paese dei mandorli in fiore.
«Nigel Farage non ha rispettato la legge elettorale per 205mila sterline (oltre 250mila euro) di donazioni non dichiarate», è il titolo dell'Independent che lancia qualche schizzo sulla giacca del leader dell'Ukip che ha trionfato nel Regno Unito alle Europee. Farage è sotto accusa per aver dichiarato, con ritardo, alla commissione elettorale britannica benefit a nome del partito ricevuti dal 2001. La stessa commissione sta valutando sanzioni che. Secondo l'Independent rischia una multa se non addirittura la galera. A noi di tutto questo nun ce ne potrebbe fregà de meno, come si dice a Roma, se non fosse per il fatto che dopo averci frantumato le meningi (per non dire altro) con questa storia della guerra alla casta, ai ladri, ai corrotti, agli evasori, brandendo gli apriscatole e sparando predicozzi a raffica contro la vecchia politica, quell'altro stinco di santo di Grillo si va a mettere proprio con uno che se fosse in Italia farebbe compagnia a Orsoni e Frigerio. Tanto per farci due risate.
Una storia che ha fatto sbellicare anche la cuginetta di Renzi, Elisa Simoni, deputata Pd, che non parla mai, ma stavolta ha detto la sua: «Complimenti a Grillo, Casaleggio e alla loro infallibile e-democracy. Era meglio se Grillo rimaneva chiuso nel suo blog», ricordando che suo cugino gli vociò «esci da questo blog Beppe!».
C'è un'altra cosa altrettanto gustosa in casa Grillo. È l'affaire Dreyfus Pizzarotti-Casaleggio. L'eminenza grigia del movimento vuole proibire l'uso del logo al sindaco di Parma e, il figlio del guru, Davide, che cresce bene, spinge per la sua totale estromissione. Pizzarotti con tanto di lacrimuccia scrive al capo: «Vuoi continuare con questo atteggiamento, fidandoti di gente che vuole il male del movimento?». Risposta: «Sì». Chissà come ci divertiremo quando Casaleggio vorrà estromettere anche il neo sindaco di Livorno, Filippo Nogarin. Tanto è solo questione di tempo.

Boia dé.

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