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"Con lei manco il 17%...". Così Zingaretti asfalta la Schlein

L'ex segretario dem attacca il nuovo corso dem e accusa Schlein: "Con questa alle europee non arriviamo manco al 17 per cento"

"Con lei manco il 17%...". Così Zingaretti asfalta la Schlein

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Il silenzio che accompagna la fine dell’estate “militante” targata Elly Schlein viene interrotto dai malumori interni al Nazareno. La nuova stagione dem si apre con le stesse spine nel fianco di una volta: una leadership sempre più in difficoltà, una posizione politica totalmente soggetta ai movimenti grillini e, come se non bastasse, una sfiducia trasversale della base riformista del partito. L’ex segretario dem, Nicola Zingaretti, cerca di riassumere tutto questo in una sola frase. “Secondo me – spiega lontano dai microfoni –con questa alle europee non arriviamo manco al 17 per cento.

I malumori interni al Pd

La sfiducia nei confronti di Elly Schlein e soci è totale. La vecchia guardia dem, solo nelle ultime settimane, ha cominciato a farsi sentire. Prima la svolta pacifista in merito al conflitto russo-ucraino e poi la decisione di sostenere il referendum anti-Jobs Act firmato dalla Cgil. Due scelte ponderate del nuovo organigramma che hanno fatto andare su tutte le furie l’ala riformista (o quello che ne rimane) del Partito democratico. La posizione ambigua del nuovo corso dem, difesa di Kiev sì ma senza aumento delle spese militari, non ha convinto Lorenzo Guerini, esponete di spicco dem ed ex ministro della Difesa.

“Non capisco perché dovremmo indietreggiare – ha chiarito Guerini dalla festa nazionale del Pd - da una linea di cui siamo stati protagonisti”. Lo stesso ritornello sul referendum landianiano anti-Jobs Act.“Dentro il mio partito – ha spiegato Guerini - voglio discutere: non voglio leggere che abbiamo deciso di aderire a un referendum senza che ne abbiamo discusso”. Dello stesso avviso il governatore Stefano Bonaccini che, a fronte dell’ennesima giravolta schleiniana, ha deciso di esporsi. “Non deve parlare solo di diritti civili – ha spiega il presidente emiliano – ma anche di quelli sociali”.

La sentenza di Zingaretti

L’attacco frontale di Nicola Zingaretti rientra esattamente in questa cornice di malcontento generale e generalizzato. Dalla Festa nazionale del Pd, a Ravenna, va in scena il Zingaretti’s show. Prima l’endorsement dal palco: “Elly è la nostra salvezza”. Poi, lontano dai microfoni, arriva la sentenza definitiva. “Mah, secondo me – dice l’ex segretario ripreso da Il Foglio – con questa alle europee non arriviamo manco al 17 per cento". “Questa”, riprendendo pari pari le dichiarazioni di Zinga, ha un nome e cognome: Elly Schlein.

Il rebus delle liste per le elezioni europee che si terranno il prossimo giugno 2024 è un enigma difficile da risolvere. Dopo il niet di Lucia Annunziata, inizialmente data per “capolista” nel collegio Sud, adesso arriva la critica feroce di Nicola Zingaretti. La prospettiva sconfortante delineata dall’ex segretario non è così distante dalla realtà.

Il Partito democratico a trazione Schlein si avvicina all’autunno in chiaro affanno politico: le battaglie di Schlein sono un disco rotto e i mal di pancia interni al Nazareno non sono destinati a placarsi.

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