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Lettere, telefonate e proiettili: così gli anarchici minacciano lo Stato

Lettera minatoria contro Meloni e Crosetto, minacce di attentato a Bologna e proiettili: l'Italia è sotto minaccia degli anarchici

Lettere, telefonate e proiettili: così gli anarchici minacciano lo Stato

Gli anarchici alzano il tiro e pescano dal passato le modalità minatorie ben note, che hanno caratterizzato i decenni che l'Italia pensava di essersi messa alle spalle. Questa settimana si è assistito a una rapida escalation contro lo Stato da parte degli anarchici, il cui obiettivo è quello di ottenere la revoca del 41-bis, nello specifico per Alfredo Cospito ma anche in linea generale, al grido di "a fuoco le carceri". La redazione del Resto del Carlino di Bologna sembra essere stata eletta come megafono involontario della propaganda anarchica, come dimostrano la lettera minatoria contro Giorgia Meloni e Guido Crosetto e la telefonata che annuncia un grave attentato a Bologna. Ma nei giorni scorsi un proiettile è stato inviato alla redazione del quotidiano toscano il Tirreno e la prima pagina de il Giornale è stata utilizzata per rivendicare l'attentato di Berlino.

La lettera contro Meloni e Crosetto

Sul proprio sito web la redazione del Resto del Carlino riferisce che "è stata recapitata ieri anche una lettera, con toni di minaccia contro la politica della premier Giorgia Meloni e del ministro della Difesa Guido Crosetto in relazione al conflitto in Ucraina". Ovviamente sia il proiettile che la lettera che la telefonata sono al vaglio della Digos che dovrà stabilirne la matrice, perché questo clima il rischio è anche quello che a compiere atti simili siano emulatori o mitomani.

Nella lettera inviata al presidente del Consiglio e a Guido Crosetto si legge: "Le diamo quaranta giorni per rivedere questo atteggiamento servile. In caso di persistenza, saremo costretti a prendere dei seri provvedimenti". Il riferimento è, ovviamente, alla decisione del governo guidato dalla Meloni di proseguire nella politica avviata da Mario Draghi di sostegno all'Ucraina contro la Russia, al fiano dell'Europa e della Nato. Sulle minacce a Meloni e Crosetto si è espresso anche Giuseppe Conte, tra i primi dell'opposizione a condannare quanto accaduto: "La distanza politica su misure per famiglie e cittadini e sulla visione di Paese che mi separa dalla premier Meloni e dal ministro Crosetto non mi induce a tacere: le minacce terroristiche che sono state loro rivolte attraverso lettere minatorie ci devono trovare uniti nella ferma condanna".

La telefonata minatoria e il proiettile

La chiamata anonima è stata ricevuta dalla portineria della redazione bolognese del Resto del Carlino lo scorso martedì alle 8.05 del mattino. La telefonata è durata meno di un minuto: "A Bologna ci sarà un grave attentato, in relazione ai fatti di Cospito". Così riferisce il Quotidiano Nazionale nel riportare quanto accaduto, emerso solo oggi in relazione alla necessità di permettere alle autorità di effettuare gli opportuni accertamenti. Sul luogo è arrivata immediatamente la Digos, che ha ascoltato la persona che ha ricevuto la telefonata. "La voce è di un uomo giovane, sulla trentina, senza accento o con una leggera cadenza bolognese", si legge sul quotidiano. Sono in corso verifiche per determinare da dove sia stata effettuata la telefona e se possano realmente esserci collegamenti con gli ambienti anarchici.

Nel frattempo la procura di Livorno ha aperto un fascicolo per il proiettile fatto recapitare domenica nella redazione del Tirreno e indirizzata al direttore. All'interno della busta, oltre al proiettile, anche una lettera con un messaggio scritto a caratteri stampatello: "Se Alfredo Cospito muore i giudici sono tutti obiettivi. Due mesi senza cibo. Fuoco alle galere". In calce, una lettera A, da sempre firma anarchica. La Questura ha sequestrato la lettera, spedita con posta prioritaria (e non recapitata a mano), transitata dal centro di smistamento delle poste di Firenze.

Nuove scritte pro Cospito

Questa mattina il ponte Calatrava di Venezia è stato imbrattato con scritte pro Cospito. Il poste della Costituzione è uno dei più fotografati della città.

Le vetrate che compongono il parapetto, già in passato oggetto di atti di vandalismo, sono state deturpate, nel lato del rivolto verso Mestre, da una scritta a caratteri cubitali di matrice anarchica, che occupava l'intera lunghezza della campata superiore. Il Comune di Venezia ha dato subito il via alle operazioni di cancellazione della scritta. In 40 minuti il ponte è tornato al suo stato originario tra gli applausi dei presenti.

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