Economia

Le 100 vessazioni che uccidono le imprese

Ecco, una per una, le imposizioni quotidiane a chi cerca di mantenere aperta una attività

Le 100 vessazioni che uccidono le imprese

I problemi e le difficoltà del comparto: lungaggini nell’edilizia privata e nell’urbanistica, tempi infiniti delle opere pubbliche dall’avvio dei cantieri fino al pagamento finale. Oltre alle dispute con fisco, banche e assicurazioni.

Documenti e permessi
Per quanto riguarda l'edilizia privata e l'urbanistica, le aziende lamentano soprattutto i tempi lunghi per il rilascio di atti, certificati e stipula di convenzioni, nonché l'accesso al mercato ed i tempi di istruttoria per le pratiche ambientali. Senza contare i tempi biblici che caratterizzano l'emissione e la durata della Dia (la denuncia di inizio attività). Denunciano il mancato funzionamento dello Sportello unico delle attività produttive, la richiesta di documentazione già in possesso di altri uffici, le procedure e i vari pareri dei vigili del fuoco e l'incertezza sulle misure di sostegno che non favoriscono la progettazione, anzi la bloccano. Troppi i contrasti e le contraddizioni tra le varie prescrizioni e le procedure da attuare. Dilatati all'estremo anche i tempi per ottenere un parere vincolante e problematiche burocratiche che rallentano ulteriormente l'attività.
Leggi e ricorsi
Altro tasto dolente è la giustizia: nelle controversie in materia tecnico-edilizia la decisione viene spesso assunta dal giudice in base alla perizia del consulente tecnico che dovrebbe però essere contestata in sede di appello, in modo da poterne eventualmente disporre un'altra in sede di secondo grado di giudizio. Le diverse interpretazioni normative e le diverse modalità operative producono frequentemente contenziosi tra la pubblica amministrazione e gli operatori, il che comporta rinvii e sanzioni. E troppo spesso territori confinanti applicano regolamenti differenti rendendo discordante l'interpretazione.
I rapporti con i Comuni
Ogni volta che bisogna far ricorso a una Conferenza dei servizi si crea un groviglio sulle competenze che non danno nessuna certezza sui tempi, tutte le procedure dipendono da pareri preventivi vincolanti dai tempi ed esiti incerti. Senza contare il capitolo degli oneri di urbanizzazione: con determinazione, ricalcolo e verifica che richiedono tempistica infinita.
La burocrazia
Troppe volte, anche se espressamente concordato in convenzione, le amministrazioni concedono in ritardo riduzioni ed estinzioni delle garanzie bancarie e assicurative anche dopo il collaudo dei lavori. Esagerati i costi dei così detti «capitolati speciali» che prevedono di fornire all'assistente di cantiere auto, telefono e computer. Tutti costi aggiuntivi che fanno lievitare il prezzo e spesso non hanno alcuna correlazione con l'esecuzione stessa.
Bandi e gare
Per partecipare a un bando per l'assegnazione di un appalto si richiedono spesso polizze non previste dalla legge. E chi appalta spesso chiede cifre notevoli per mettere a disposizione la documentazione progettuale per partecipare alla gara e il progetto esecutivo non sempre è completo ed aggiornato. Spesso, inoltre, chi appalta attraverso gli ordini di servizio impone varianti all'appaltatore anche superando i limiti di legge.
I pagamenti della Pa
La procedura per il rimborso dei crediti dallo Stato è farraginosa e complicata, basterebbe attuare la direttiva europa sulla lotta contro i ritardi nei pagamenti. In più i tempi che passano tra l'aggiudicazione dei contratti e la consegna dei lavori sono eccessivi, così come gli oltre 8 mesi di tempo che occorrono alle imprese per essere iscritte alla White list in Prefettura e poter partecipare ai bandi pubblici.
Lavoro
Serve il ripristino delle agevolazioni per l'assuzione dei lavoratori licenziati senza la procedura di mobilità, la revisione della tariffa dei premi Inail, il finanziamento deklla cassa integrazione in deroga per il 2013.
Inps
Le imprese lamentano procedure burocratiche eccessive, mancata accettazione di fidejussioni, problemi con la cassa integrazione ordinaria, difficoltà di comunicazione ed eccessiva stratificazione delle disposizioni amministrative sulle norme di legge.
Ambiente
Gli imprenditori edili chiedono più chiarezza nei controlli sui cantieri: spesso duplicati tra i diversi enti e senza coordinamento. Servirebbero il silenzio assenso per gli impianti mobili del trattamento dei rifiuti inerti, una semplificazione per le procedure di trasporto dei propri rifiuti, costi più bassi per il deposito degli inerti in cava, l'abrogazione del Sistri, maggiore chiarezza sul trattaemtno dei riifiuti in genere.
Trasporti
Numerose le problematiche segnalate: violazioni del codice della strada per effetto del sovraccarico dei beni divisibili, semplificazioni per le autorizzazioni al trasporto, esclusione dei tempi di guida e di riposo, poter effettuare in proprio il trasporto di maccchine operatrici eccezionali.
Imu, contratti e rimborsi
Troppe le difficoltà per le imprese per richiedere il rimborso del credito Iva annuale, dato che Equitalia e Agenzia delle Entrate non accettano le garanzie rilasciate dai Confidi, per problemi interpretativi delle recenti modifiche legislative apportate al testo unico. Troppo oneroso, inoltre, l'ulteriore importo di 168 euro per quelle imprese dotate di Iva, che registrano il contratto preliminare. Devastante per le imprese di costruzioni pagare l'Imu anche sull'invenduto: la tassazione del «magazzino», poi, è una forma di imposizione iniqua, che colpisce le imprese proprio nel momento di difficoltà. Senza contare che l'Imu colpisce anche i beni destinati alla produzione, funzionali all'esercizio dell'attività. Inoltre sul fronte delle tasse locali, oggi i valori desunti sulla base dei regolamenti comunali sono superiori ai valori effettivi del mercato dell'Imu sulle aree inutilizzate. Assurdo anche imporre l'Imu su aree sequestrate e quindi non utilizzate dall'impresa.
Difficoltà nei pagamenti e occupazione del suolo
Chi opera per le società municipalizzate dei Comuni non solo si vedono arrivare in ritardo i pagamenti ma sono costretti ad anticipare l'Iva di legge. Esagerate le tariffe per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche. Per esempio a Milano, l'aumento ha innalzato così tanto il canone che, in alcuni casi, all'azienda costa di più un'occupazione temporanea che permanente. Troppo lento il rilascio da parte dei Comuni delle autorizzazioni per occupare il suolo pubblico, con enormi perdite di tempo per le imprese.
Contratti d'affitto e cedolare secca
Troppo oneroso - e considerato ingiusto - il pagamento delle imposte relative ai redditi che derivano dai contratti di locazione, che devono essere versati anche quando chi affitta in realtà non paga la sua retta mensili. Boccata d'ossigeno per le imprese, sarebbe l'estensione della cedolare secca anche per le società, che ora riguarda solo i privati ed è considerata dalle imprese una «discriminante».
Spending review, credito e mercato
Per le locazioni della pubblica amministrazione la spending review non riduce i costi e si riversa in maniera negativa sulle imprese; così come negativi sono i limiti imposti sugli strumenti finanziari immobiliari. Il mercato va liberalizzato per poter crescere e sbloccare l'immobilismo attuale dato dall'incertezza. Spina nel fianco per le imprese l'eccessivo allungamento dei tempi di risposta da parte degli istituti di credito, con una richiesta continua documentazione integrativa. Le condizioni per richiedere un fido sono diventate proibitive: spesso sono di gran lunga superiori al fido richiesto. Le imprese, inoltre, non si sentono abbastanza sostenute nella loro attività per la mancanza di adeguati strumenti in grado di promuovere l'avvio di progetti e l'incapacità di attuare gli strumenti indicati dal governo, come per esempio i project bond.
Tassi, assicurazioni e concordati
Le imprese si trovano spesso in condizioni al limite dell'usura e anche la Banca d'Italia ha le sue responsabilità: i dati divulgati sul costo del credito non sono corretti. Improponibili certi contratti assicurativi: le compagnie invocano clausole contrattuali spesso vessatorie nel contenuto e nella forma. La legge 134 del 2012 - il decreto sviluppo - incide in maniera pesante sulla disciplina del concordato preventivo, al fine di favorire soluzioni nelle crisi aziendali in alternativa alla procedura fallimentare. Di fatto, però, penalizza troppo i creditori - spesso altre imprese - creando un effetto domino che ha effetti devastanti sull'economia. Inoltre sempre per i creditori, il concordato in continuità comporta una soglia di rimborso inaccettabile.

Grandi anche le difficoltà di comunicazione nei rapporti tra imprese e uffici pubblici, eccessiva la richiesta di documentazione e troppe le difficoltà ad orientarsi tra uffici e persone che si assumono la responsabilità di condurre la pratica.

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