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"Obbedisci al padrone di turno", "Impara l'educazione". La gara d'insulti tra Cacciari e Romano nel 2014

Dieci anni fa, lo scontro infuocato tra il filosofo già sindaco di Venezia e l'ex deputato del Partito Democratico a proposito di Renzi e Olimpiadi

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Sono passati ormai dieci anni da una feroce litigata televisiva tra due esponenti del centrosinistra che stavano dibattendo fortemente proprio sulla genesi del Partito Democratico, per una discussione che si consumò addirittura in due tempi. Il 17 dicembre 2014, nello studio centrale de "L'Aria che tira" su La7, da una parte c'è il filosofo Massimo Cacciari, mentre dall'altra è presente il deputato dem Andrea Romano, appena approdato nel movimento guidato da Matteo Renzi dopo essere stato inizialmente eletto alla Camera dei Deputati per Scelta Civica di Mario Monti un anno prima. Durante la diretta della trasmissione mattutina allora condotta da Myrta Merlino, ecco arrivare la miccia della discussione, la quale si rivela essere la caotica situazione interna al Pd: praticamente un evergreen.

L'ex sindaco di Venezia osserva a tal proposito: "L'idea su cui originariamente il Pd è nata - e cioè dare una destinazione comune alla tradizione cattolica popolare e a quella socialdemocratica ex comunista - è fallita. Da questo fallimento e dal suicidio di quelle due tradizioni è nato un altro partito, che è quello attuale e non c'entra nulla con quello originario - sostiene il filosofo -. Renzi ha detto che il re è nudo, ha imbarcato chi poteva e ha stravinto, perché gli altri si erano già suicidati". Romano, a quel punto, ribatte: "Fare una colpa a questo Pd che ha raggiunto il 40% e accusarlo di aver fallito è un'accusa stravagante". Cacciari non lo lascia quasi nemmeno terminare e replica seccato: "Io non ho mai detto che è fallito, ho detto che nasce da un fallimento così come si era formato al momento della sua costituzione. Guarda, tu non vuoi capire". "C'è Cacciari che si è innervosito", commenta sarcasticamente l'ex esponente di Scelta Civica. "Sì, mi innervosisci tu, moltissimo – insorge il filosofo –. Sei arrivato al momento giusto per applaudire al padrone di turno. Faremo una trasmissione sulla tua biografia". "Mi sembri esagitato – controbatte Romano –. Forse stai meglio a mezzo busto. Ma come ti permetti con queste accuse personali? Che caduta di stile".

Ma non è finita qua. Perché la polemica riesplode tra i due, seduti gomito a gomito, diversi minuti dopo sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, quando oramai siamo sui titoli di coda del programma: "È una sfida che dobbiamo provare a vincere – osserva il parlamentare del Partito Democratico –. Dietro la critica c'è all'organizzazione dei Giochi c'è sempre una certa tendenza al 'tanto peggio, tanto meglio', per cui questo Paese fa solo disastri economici non può che precipitare nel gorgo". L'opinione di Cacciari è esattamente opposta: "Ci sono talmente tante cosa da fare in questo Paese che francamente l'ultima emergenza mi pare quella delle Olimpiadi". "Cacciari è proprio un esempio del 'tanto peggio, tanto meglio', però per carità...", commenta Romano. E il filosofo si infuria: "Ma sogni? Vaneggi? Ho mai detto 'tanto peggio, tanto meglio'?". "Va beh, te l'ho tradotto in italiano – ribatte il politico del Pd –. Hai la tendenza ad innervosirti, stai calmo. Sei agitato. Mi stai dicendo le parolacce come alle elementari: 'pirla, vaffanculo'.

Ma non ti hanno insegnato l'educazione?", conclude.

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