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"Mi darà una mano", "Adesso basta". Bonaccini e Schlein ai ferri corti

L'annuncio di Bonaccini: "Se vinco chiederò a Elly di darmi una mano". Ma Schlein respinge l'ipotesi ticket: "È finito il tempo del partito patriarcale che vede le donne nel ruolo di vice"

"Mi darà una mano", "Adesso basta". Bonaccini e Schlein ai ferri corti

Nel Partito democratico l'aria si fa sempre più tesa. L'avvicinarsi delle primarie ha finito per ridurre la consultazione interna in una guerra tra correnti, divise sul candidato da sostenere e sulla visione che dovrà connotare il nuovo corso. I candidati in campo, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, hanno inizialmente dato l'idea di un rapporto pacifico ma con il passare dei giorni a prendersi la scena sono alcune punzecchiature reciproche. A confermarlo è l'ultimo botta e risposta a distanza tra i due.

L'appello di Bonaccini

Il governatore dell'Emilia-Romagna, nell'intervista rilasciata ai microfoni di Rai Radio1, si è detto disposto a collaborare nel caso in cui dovesse trionfare la sua avversaria. Comunque anche in caso contrario ha allungato la mano per cercare una sponda interna: "Se diventerò segretario chiederò certamente ad Elly di darmi una mano".

In sostanza Bonaccini ha fatto sapere che qualora dovesse uscire vincitore alle primarie non chiuderebbe al dialogo con Schlein. Anzi, ha annunciato che sarebbe lieto di poter contare su un apporto costruttivo da parte della sua sfidante. Il che può essere visto come un passo in avanti alla luce della delusione degli elettori del Pd, ormai stufi delle varie spaccature ai vertici e delle eccessive rivalità che in maniera inevitabile hanno finito per macchiare il percorso della galassia dem.

La replica (seccata) di Schlein

Entrambi concordano sulla necessità di dare vita a un nuovo gruppo dirigente, visto che quello attuale merita di essere cambiato in seguito alla disfatta arrivata in occasione delle elezioni politiche del 2022 e delle recenti Regionali. Ma da parte di Elly Schlein è arrivato un secco "no" all'ipotesi di un ticket con Stefano Bonaccini, respingendo così la logica di cooptazione: "Non ha senso. È finito il tempo del partito patriarcale che vede sempre bene le donne nel ruolo di vice".

La candidata alla segreteria del Partito democratico, intervistata a Omnibus su La7, ha affermato che a suo giudizio è fondamentale dare vita a una guida femminista senza dover accontentarsi dei posti di secondo rilievo: "Bisogna aprire un varco a tante altre donne e giovani che non si sentano più dire che sono adatte a fare le vice".

Schlein ha rivendicato il fatto di non aver offerto posti. A tal proposito ha fatto notare che in caso di trionfo avrà interesse a lavorare con tutti gli altri candidati che sono scesi in campo, ma allo stesso tempo ha specificato che "le forme e i modi le vedremo dopo". La sua posizione è netta: non è disposta ad accettare incarichi subordinati alla figura del leader. Invece sono meno chiare le dinamiche in caso di sconfitta di Bonaccini.

Gli offrirebbe il ruolo di vice? Di certo regna (e regnerà) il caos.

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