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Ministro del Marocco smentisce i pm di Milano: "Nel febbraio del 2010 Ruby era maggiorenne"

Mobdii è stato parlamentare ad Al Fakih Bensalih, zona in cui era nata Ruby. È stato lui a compilare il certificato di nascita e a inviarlo al consolato in una valigia diplomatica

Ministro del Marocco smentisce i pm di Milano: "Nel febbraio del 2010 Ruby era maggiorenne"

Karima El Mahroug era già maggiorenne quando, nel febbraio 2010, ha conosciuto l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. A smontare l'impalcatura dei teoremi della procura di Milano è il ministro della Funzione pubblica del Marocco, Mohamed Mobdii, che, in un’intervista al giornale Al Akhbar, ha dichiarato di essere stato lui a firmare l’atto di nascita della ragazza.

In un'intervista a tutto campo, il ministro del governo di Rabat getta un'ombra sulla sentenza con cui il tribunale di Milano ha deciso di condannare il leader di Forza Italia in primo grado. Ai tempi dei fatti, infatti, Ruby era maggiorenne. Mobdii, che è stato parlamentare nella zona di Al Fakih Bensalih, in cui è nata e in cui abitava la famiglia di Karima El Mahroug, ha affermato al quotidiano di essere stato "molto attento a conservare il file della sua nascita". "Avevo paura - ha aggiunto il titolare della Funzione pubblica - che venisse rubato o falsificato". Mobdii ha, quindi, raccontato di aver ricevuto una comunicazione dal consolato marocchino a Milano in cui gli veniva chiesto di "spedire i documenti in una valigia diplomatica" affinché non venissero esposti a "una operazione di falsificazione".

Nei giorni scorsi, nel colloquio con il corrispondente del Sunday Times, John Follain, lo stesso Berlusconi era tornato a parlare dell'età della ragazza. "Disse di avere 24 anni, li dimostrava e parlava in un modo tale che nessuno immaginava ne avesse 17 e poco più. Ogni tanto la vedevo comparire qui ma non l’ho mai invitata", ha raccontato Berlusconi spiegando come in molti rimasero colpiti dai racconti della ragazza sulla sua vita travagliata. "Ci mostrò le cicatrici...". Al magazine inglese, che gli ha dedicato la prima pagina, il leader di Forza Italia ha, quindi, ammesso di essere stato mosso da compassione quando Ruby si presentò con un kit per la depilazione che "costava 54 o 57mila euro". "Mi disse che se fosse stata in grado di acquistarlo avrebbe potuto partecipare per il 50 per cento nell’attività di un centro di bellezza a Milano - ha continuato il leader di Forza Italia - disse che li avrebbe restituiti con i guadagni. Sui guadagni ero scettico, è stato un atto di generosità". Poi l’ex presidente del Consiglio ha ribadito: "Mi dispiaceva per la ragazza... non mi piaceva e non mi è mai piaciuta... mi hanno diffamato in tutto il mondo per questa storia. Primo, la ragazza ha sempre detto che tra noi non c’è stato sesso. Secondo, ha sempre detto di avere 24 anni. Terzo, non ci sono prove, non c’è nulla che possa far pensare ci sia stato qualcosa del genere. Basta, tutto qua".

Alla luce delle dichiarazioni del ministro marocchino Souad Sbai, ex parlamentare Pdl e presidente dell’associazione Acmid Donna, ha immediatamente rivolto un appello alla procura di Milano affinché "intervenga per accertare la verità recuperando la documentazione originale e perchè ascolti il ministro marocchino".

"È una notizia che non va nascosta sotto il tappeto - ha spiegato la Sbai - perché gli italiani vogliono conoscere la verità una volta per tutte su questa vicenda".

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