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Montezemolo, addio politica. Il suo futuro è targato Alitalia

Luca Cordero lascia la sua creatura Italia Futura, destinata a finire a Passera. I rapporti con gli Emirati decisivi nella riuscita del matrimonio con Etihad

Montezemolo, addio politica. Il suo futuro è targato Alitalia

Luca Cordero di Montezemolo, 67 anni il prossimo 31 agosto, lascia un incarico ma, molto probabilmente, per assumerne un altro: quello di presidente della nuova Alitalia in salsa araba, sempre che i negoziati con Etihad non riservino sorprese nella loro ultima e delicata fase. Ruolo, comunque, che non gli impedirebbe di continuare a guidare la Ferrari ma che, invece, potrebbe risultare incompatibile con quello di azionista (insieme ai suoi amici Diego Della Valle e Gianni Punzo) e consigliere di Ntv, la società che ha messo sui binari il supertreno Italo.

Un segnale concreto, in questo senso, è arrivato ieri con le dimissioni di Montezemolo da presidente di «Italia Futura», associazione che lui stesso aveva fondato nel 2009 come pensatoio e laboratorio che si prefiggeva di sviluppare iniziative capaci di portare a un miglioramento della situazione politica italiana. Il testimone è così passato all'armatore Carlo Pontecorvo, a capo del gruppo Ferrarelle, le cui intenzioni, ora, sono quelle di cambiare rotta e trasformare il think tank montezemoliano in un partito vero, pronto a mettersi al servizio dell'ex banchiere e ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e del suo movimento «Italia Unica».

Ecco allora Montezemolo guardare alla presidenza della futura nuova Alitalia, poltrona di vertice che si aggiungerebbe a quelle di Ferrari, Charme Management, Telethon e Unicredit (di cui è però vicepresidente), oltre a quelle di membro in numerosi consigli di amministrazione, tra cui Fiat, Ntv, Editrice La Stampa, Tod's e Kering, gruppo del lusso francese. Da semplice «facilitatore» - come lo ha descritto l'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, delle trattative con Etihad - Montezemolo, in verità, è l'uomo di fiducia dell'emiro di Abu Dhabi al cui investimento è legato, a questo punto, il destino di Alitalia. Ma oltre a essere garante degli arabi, lo è anche per le banche coinvolte nell'operazione Etihad (Unicredit, di cui è vicepresidente in rappresentanza del fondo di Abu Dhabi, Aabar, e Intesa Sanpaolo) nonché, proprio per questo intreccio di conoscenze e incarichi, del governo di Matteo Renzi che non vede l'ora che la vicenda Alitalia si chiuda positivamente, proseguendo - in questo caso - lungo la linea tracciata dal predecessore Enrico Letta.

Montezemolo presidente non operativo ma con probabili deleghe alle relazioni internazionali (cosa che non confliggerebbe con la guida dell'amata Ferrari) al posto di Roberto Colaninno, il quale resterà comunque azionista del nuovo gruppo aereo, e un ad scelto dai nuovi azionisti, che comunque potrebbe essere ancora Del Torchio, visto che ha firmato un piano industriale che sta dando i suoi frutti: è questo lo schema su cui si starebbe discutendo in questi giorni.

La presenza di Montezemolo al vertice di Alitalia-Etihad, inoltre, investirebbe ancora di più l'imprenditore bolognese (protagonista di primo piano degli ultimi 40 anni, tra Maranello, Italia '90, Confindustria, Fiat e ancora Maranello) del ruolo di ambasciatore del made in Italy, forte dell'importante lavoro svolto in Ferrari, brand dei brand nel mondo secondo Finance Global 500.

Se tutto andrà in questo modo, per Montezemolo si porrebbe, però, il problema di Ntv-Italo. Ci sono, in proposito, due linee di pensiero: quella che vede un'incompatibilità nel ruolo di vertice in due aziende di trasporti che, pur così diverse, potrebbero avere aree di conflitto; alla luce del ruolo di azionista di Ntv, inoltre, Montezemolo avrebbe l'urgenza di dirottare risorse (come i proventi dalle cessioni di Poltrona Frau agli americani e Octo Telematics ai russi) sulla società ferroviaria per sanare i conti in sofferenza.

Ma c'è anche chi sostiene che la presidenza di Alitalia, alla fine, possa essere l'occasione propizia per il numero uno della Ferrari di scendere da Italo.

Un fatto è certo: l'asse tra Abu Dhabi (ex socio di Ferrari con il 5%) e Montezemolo è fortissimo, grazie anche al parco a tema del Cavallino nell'Emirato che assicura royalties di tutto rispetto alla casa di Maranello.

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