Economia

Monti vola dalla Merkel. E lei fa pressing sui cinesi per piazzare bond italiani

La Cancelliera tedesca diventa alleata: oggi incontrerà il premier poi missione a Pechino. Sul tavolo anche lo scudo anti spread

Roma - Angela Merkel «piazzista» di bond italiani in Cina. La Cancelliera tedesca si appresta a partire per Pechino dove, nel corso di una intensa due giorni, cercherà tra le altre cose di convincere il colosso asiatico a investire sui titoli di Stato di Italia e Spagna, «i cui tassi d'interesse sono elevati e attraenti» come spiega Der Spiegel, il settimanale tedesco. Per farlo naturalmente la Merkel dovrà dare garanzie sull'affidabilità dei due partner. Non a caso prima della partenza la Merkel oggi incontrerà a Berlino il presidente del consiglio Mario Monti per avere qualche rassicurazione, meglio ancora qualche certezza sull'agenda italiana dei prossimi mesi. «Io mi impegno per aiutarvi, non mi tradite», sarà il succo del discorso della Cancelliera al Professore. Naturalmente i due parleranno anche di scudo anti-spread, indipendenza della Bce e processo di integrazione europea: temi caldissimi, ma non quanto il vendere un po' di titoli a Pechino.
Dopo essere stata a lungo nemica del nostro Paese, Angela Merkel oggi pare passata nelle fila degli alleati. La Cancelliera tedesca in questo periodo ci tiene a mostrarsi strenuamente impegnata nella difesa dell'Eurozona. E per questo ha deciso di ignorare le sirene dei connazionali eurofalchi. Perché non illudiamoci: a Berlino continuano a non fidarsi di Roma. Nei giorni scorsi la Frankfurter Allgemeine Zeitung ha attaccato Mario Draghi, presidente della Bce, accusandolo di voler trasformare la banca centrale europea in una sorta di Banca d'Italia, vale a dire in un ente asservito ai governi. Ancora più pesante l'affondo di Jörg Asmussen, membro tedesco del board della Bce, che ha rinfacciato all'Italia di aver tradito le attese europee frenando sulle riforme dopo avere incassato, un anno fa, il via libera dell'Eurotower all'acquisto di bond italiani proprio promettendo mari e monti.
Un altro compito importante per il Professore è restare disperatamente agganciato al treno dei Paesi guida dell'Eurozona, Germania e Francia, che lunedì si sono riavvicinati dopo i mesi di grande freddo seguiti all'insediamento di Françoise Hollande all'Eliseo. I due colossi dell'euro hanno anche istituito un tavolo di lavoro bilaterale per portare all'Eurogruppo di ottobre proposte congiunte con il peso della leadership politica ed economica di Berlino e Parigi. Per Roma a questo punto il rischio è l'isolamento, fare il vaso di coccio tra quelli di ferro; rischio che Monti cercherà di evitare cercando per l'ennesima volta di smascherare il pregiudizio negativo che le istituzioni economiche e la stampa tedesca coltivano nei confronti del nostro Paese.
Prima di arrivare a Berlino, Monti ieri sera si è fermato a Bruxelles, dove a tarda sera ha incontrato per un caffè in orario da ammazzacaffè con il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. Una chiacchierata non tanto sulla situazione italiana - Monti ha comunque fatto un breve excursus sull'agenda del suo governo, quanto appunto del percorso di riforma dei Trattati europei, prevista entro dicembre.
E a proposito di Europa, ieri a Roma è iniziata la missione del sottosegretario di Stato al ministero delle Finanze finlandese, Martti Hetemaki, e del segretario di Stato presso agli Affari europei finlandese Kare Halonen. I due cercheranno di strappare all'Italia qualche vantaggio concreto (magari una sorta di fidejussione garantita da immobili) per ammorbidire la propria posizione sullo scudo anti-spread. La Finlandia, Paese con la tripla A, è infatti tra i membri dell'eurozona più reticenti ad aiutare i Paesi indebitati. Per i tecnici italiani sarà anche l'occasione per farsi illustrare il sistema dei prestiti con garanzia collaterale di beni immobiliari (i cosiddetti covered bond), grazie al quale il paese baltico ha superato la grave crisi dei primi anni Novanta.

Helsinki ci dà lezione di crescita.

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