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La prima mossa del patto Bersani-Vendola? Affidarsi a Pisapia per contrastare Grillo

Dopo il patto Bersani-Vendola e la paventata apertura a Casini, gli elettori pd in subbuglio. E per frenare Grillo, i leader di Pd e di Sel si affidando a Pisapia e lo investono capo di una lista civica

La prima mossa del patto Bersani-Vendola? Affidarsi a Pisapia per contrastare Grillo

Da un lato c'è il patto di ferro siglato tra Vendola e Bersani. Dall'altro c'è una potenziale lista civica che annovera alcuni sindaci della cosiddetta rivoluzione arancione. Le due cose sarebbero strettamente connesse. Tanto che, secondo il quotidiano La Repubblica, i leader di Pd e di Sel hanno già designato il capo della nuova lista: Giuliano Pisapia.

Compito del primo cittadino milanese è quello di sigillare e compattare la nuova formazione civica. Lo scopo è presto detto. Con questa mossa, Pd e Sel porterebbero dalla loro parte un consistente bacino elettorale, sottraendolo di fatto a Beppe Grillo. E anche a Di Pietro.

Non è un caso infatti che uno dei più fervidi sostenitori di una lista di sindaci, cioè Luigi De Magistris, abbia dichiarato al Fatto di non aver confermato la sua iscrizione all'Idv per "mantenere un profilo istituzionale". Insomma, per il sindaco partenopeo bisogna "andare oltre i partiti". Che non significa andare contro. "Interlocutori naturali sono Idv, Sel, Federazione della sinistra, Verdi", spiega sempre sul Fatto De Magistris, che con il Pd dice di poter dialogare seppur l'appoggio al governo Monti non sia una cosa condivisa.

Comunque sia, la lista arancione dei sindaci prende sempre più piede. Ma quali sono i nomi dei componenti? Si va da Michele Emiliano (sindaco di Bari) a Massimo Zedda di Cagliari, passando per Marco Doria di Genova e addirittura Leoluca Orlando di Palermo. Senza dimenticare naturalmente il già citato De Magistris e quello che sarebbe già stato designato come capolista da Bersani e Vendola, cioè Giuliano Pisapia di Milano.

Intanto, l'umore degli elettori del centrosinistra non è dei migliori. Anzi, dopo il patto Bersani-Vendola, la paventata apertura all'Udc e lo strappo definitivo con Di Pietro (che ha annunciato di candidarsi premier snobbando le primarie) il malcontento serpeggia diffusamente. Malcontento che Bersani e Vendola hanno già fiutato.

Da qui probabilmente l'idea secondo la quale, se voti si devono perdere, meglio almeno cercare di indirizzarli in ambienti più o meno attigui - ché il pericolo che finiscano nel bacino a Cinque stelle è molto elevato.

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