Nasce il partito degli espulsi da Grillo
10 Settembre 2012 - 07:59Si chiama Movimento revolution, definisce il comico "pirla coi capelli settecenteschi" e paragona M5S a Scientology
Roma - Si definiscono «grillini evoluti» e il nome dice tutto. Hanno fondato un gruppo dal nome «Movimento Revolution» molto attivo sul web, su Facebook, su Youtube. Il loro motto è «andiamo oltre, oltre Beppe Grillo, oltre la vecchia politica, oltre tutte le dispute che ci sono state fino a oggi». Si permettono il lusso di accostare il comico genovese a tutta la paccottiglia politica tradizionale: «Siamo tutti stanchi di essere sottomessi a tutto, basta con Pd, Pdl, Udc e basta anche con Beppe Grillo». Ma a toccare Grillo qualche preoccupazione devono pure nutrirla se è vero che il sito è definito «di testimonianza senza paura». Roba da brividi.
Il contro movimento dei grillini-senza-Grillo si sta organizzando. Sono sempre di più gli esodati dal comico genovese e sono molto arrabbiati. Per stasera è anche prevista una riunione in collegamento Skype con i vari gruppi locali. Sul loro sito (movimentorevolution.it) hanno la posizione di molti grillini di seconda generazione: rispetto ambiguo per il carisma del leader genovese, diffidenza pura per Gianroberto Casaleggio: «A differenza di quello che pensate - si legge nella home page del movimento - cari grillini, voi non siete i nostri nemici. Forse siete ingenui, forse sprovveduti, forse fate qualche cazzata, ma non siete IL problema». E IL problema è «un pirla con i capelli settecenteschi che vuole pure fare il padrone». «Noi sappiamo come funzionano le cose - si legge poco dopo - siamo ex grillini. Andiamo oltre noi stessi, lasciamo perdere le sciocchezze e cambiamo l'Italia. La differenza è che noi col mondo del Milionario Grillo e della Casaleggio associati non ne vogliamo avere a che fare». Sgangherature grammaticali a parte, un concetto molto chiaro.
Una delle pagine Facebook create dal Movimento Revolution ha un nome che non pecca certo di scarsa chiarezza: «Vaffanculo Beppe Grillo», che conta 3.331 iscritti e che ha come manifesto raccogliere «tutte le testimonianze delle ingiustizie di Grillo nei confronti del Grillini». Ad animarlo è Massimo Dini, 38 anni, che vive a Parma, città laboratorio del grillismo di lotta e soprattutto di governo.
Ma tra i leader dei «grillini evoluti», il più in vista è forse Gaetano Vilnò, che Grillo etichetta come «infiltrato della destra» e che da tempo si è messo in testa di mettere in luce il lato oscuro del Movimento 5 Stelle, raccogliendo testimonianze di ogni genere e maturando anche una certa compassione nei confronti di chi ancora crede in Grillo: «Ormai solo una persona con scarsa capacità critica non vedrebbe la situazione - scrive in un post -. Beppe Grillo sta portando avanti il suo movimento privato, intestato a lui con tutti i diritti del caso».
Vilnò, 39 anni, è stato uno dei primi epurati da Beppe Grillo, nel 2009. Motivo? Secondo lui semplicemente «aver fatto alcune domande». In un video postato su Youtube Vilnò ricorda che «all'interno del Movimento 5 stelle non può esserci democrazia, anche perché l'unico leader riconosciuto è Grillo». La descrizione che Vilnò fa del M5S lo fa somigliare più a Scientology che a un movimento politico: «I grillini spesso entrano in buona fede, poi si ritrovano ad avere a che fare con una situazione che non riescono a gestire. Grillo fa le regole, decide le iniziative, ha fatto il programma senza sapere neanche chi lo ha stilato e senza voto elettronico, ha deciso i candidati». E chi non ci sta? Viene diffidato attraverso il blog o addirittura con una lettera di uno studio milanese di avvocati: «Grillo ha messo gli avvocati del Movimento 5 Stelle a disposizione contro i grillini stessi». Quanto alla torre d'avorio mediatica, la spiegazione sta nel fatto che «Grillo non ama il contraddittorio, anche perché non saprebbe come rispondere. Lui preferisce i monologhi di mezz'ora, un'ora e poi andare via». È anche questo il motivo per cui il comico genovese non entra in politica di persona: «Lui ha interesse all'indotto della politica mediatica. Del resto lui fattura 5 milioni l'anno, ma i grillini non devono prendere soldi, e se rivestono qualsiasi carica devono firmare delle dimissioni in bianco, così che se Grillo si sveglia domani e vuole lasciare a casa qualcuno lo può fare».
Cosa successa a Filippo Boriani, consigliere del quartiere Saragozza di Bologna sbattuto fuori dal Movimento per aver taciuto su suoi precedenti mandati consiliari, senza nemmeno avere avuto la possibilità di difendersi.