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"Non ci fai paura". Da Casarini l'attacco a Meloni dopo lo stop della Mare Jonio

Anche la Mare Jonio è stata fermata dalle autorità italiane con l'accusa di aver infranto il decreto Piantedosi. Da Luca Casarini il messaggio per Meloni: "Non ci fermiamo qui"

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La nave Mare Jonio, dopo l'assegnazione del porto di Pozzallo e lo sbarco dei migranti recuperati nel Mediterraneo centrale, è stata fermata dalle autorità per la violazione del decreto Piantedosi. Anche per la nave di Sos Mediterranee è previsto uno stop in porto di 20 giorni e una multa di 10mila euro. Prevedibile, come sempre, la protesta dell'equipaggio della Ong, che per voce di Luca Casarini ha attaccato ancora una volta il governo Meloni.

In base a quanto riferito dallo stesso Casarini all'agenzia Agi, sostiene che il blocco sarebbe basato su un report della cosiddetta Guardia costiera libica che "sintetizzando, sostiene che la Mare Jonio avrebbe istigato i migranti a fuggire da loro". Quindi, nel corso della conferenza stampa convocata dalla Mare Jonio, Casarini si è voluto rivolgere direttamente a Giorgia Meloni: "Non ci fai paura, questi provvedimenti non ci fanno paura. Noi continueremo a pensare che è giusto salvare vite, noi continueremo". Quindi, dopo aver accusato ancora la guardia costiera libica di perpetrare torture sui migranti a bordo delle motovedette, che la Ong asserisce di poter testimoniare tramite prove video, Casarini ha proseguito nel suo attacco all'Italia.

"Difronte all'azione criminale della cosiddetta Guardia costiera libica, che ha cattura e deporta uomini, donne e bambini in Libia, difronte a un'operazione di soccorso, il governo italiano, nonostante la Mare Jonio sia stata fatta oggetto di raffiche di mitra da miliziani che usano una motovedetta donata dal governo italiano nel 2018 per fare questo sporco lavoro, ha risposto sanzionando la Mare Jonio", ha detto ancora il capo missione della Ong. "Questo provvedimento dice che è colpa della Mare Jonio se queste persone sono sfuggite dai loro carcerieri libici. Questo fermo amministrativo è una cosa vergognosa e inaccettabile da parte del governo italiano", ha proseguito Casarini, secondo il quale l'esecutivo Meloni "invece di proteggere una nave italiana appoggia azioni criminali producendo una rappresaglia".

Quindi, in conclusione, nonostante la sanzione e il rischio che la nave venga fermata per 60 giorni al prossimo stop e, quindi, si arrivi alla confisca, asserisce che "non ci fermiamo qui. Quello che abbiamo fatto in mare lo continueremo a fare anche a terra per combattere contro questa vergogna".

Con a Mare Jonio sono due le navi ferme, l'altra è la tedesca Sea Eye, che è stata la prima ad avere il fermo amministrativo di 60 giorni, contro il quale i loro avvocati non sono ancora riusciti a vincere il ricorso.

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