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Berlusconi stronca il premier: "Non sa risolvere i problemi"

Il Cavaliere attacca anche il Ncd: "Partito di professionisti della politica". La battuta sul suo entourage: "Cerchio magico? Di magico ci sono solo io..."

Berlusconi stronca il premier: "Non sa risolvere i problemi"

Berlusconi picchia Alfano ma gli tende la mano per il futuro; inchioda Renzi e Grillo ma assicura: «Non sarò io il leader nel 2018». Il Cavaliere non si risparmia in questa campagna elettorale e registra interviste su interviste. Si sa come la pensi sui partitini e sui «diversamente berlusconiani» è esplicito: «Ncd è un partito clientelare, formato da professionisti della politica», attacca. Insulti? No: «Non ho mai insultato nessuno - dice l'ex premier - Si tratta di un gruppo di senatori eletti con il simbolo Pdl in cui c'era la scritta Berlusconi con il mandato di contrastare la sinistra mentre loro ora tengono in piedi il governo». E ancora: «Non ho mai detto ad Alfano di essere un traditore. Una volta in Sardegna ho detto “il partito degli utili idioti” ma perché vidi un cartello che aveva un signore». Quindi spiega: «I litigi con Alfano erano come i litigi tra marito e moglie, personali, non erano discussioni sui valori. E comunque non ho mai detto direttamente “sei un traditore”». Anche perché le strade dei due sono destinate ad incrociarsi per le prossime politiche: «C'è una eventualità di tornare insieme ma alla fine della legislatura; anche perché tutti sanno che i moderati se si dividono perdono».

Forza Italia spina dorsale dei moderati che, in futuro, non avranno Silvio come candidato premier. «Con assoluta certezza posso dire che non sarò io - risponde a Coffee Break su La7 -. Non si può dire chi sarà il leader anche perché i leader spuntano come funghi. Pensiamo a Renzi: da sindaco di Firenze a capo della segreteria del Pd e poi catapultato a palazzo Chigi... Chi se lo sarebbe potuto immaginare?». Quindi aggiunge, pensando a se stesso: «Se fosse stato un altro ad arrivare lì come ha fatto lui sarebbe scoppiata la rivoluzione». E liquida con una battuta le illazioni sui suoi più stretti collaboratori: «Cerchio magico? Qui di magico in questa campagna elettorale c'è soltanto una persona e sono io...»

Nessuno sconto al premier: «S'è ricordato del Sud a soli dieci giorni dal voto - dice al Corriere del Mezzogiorno -, perché finora non mi pare di ricordare una sola occasione nella quale Renzi abbia citato la parola Sud. È uno più bravo ad illustrare i problemi che a risolverli». «Mentre io - ricorda - ho portato avanti una vera e propria guerra contro la criminalità con 8.500 mafiosi e 32 latitanti su 35 arrestati».

Muso duro sulla riforma del Senato: «È un pasticcio. Restiamo fissi sui temi impegnati ma Renzi ha varato una legge in Consiglio dei ministri senza interpellarci. Ce la siamo trovata in Senato: è una legge inaccettabile». E pure sull'Italicum mette i puntini sulle i: «Ci sono state tali e tante pressioni per cui il governo ha deciso di spostarla a dopo la riforma del Senato, per colpa delle pressioni che riceve dalla stampella che tiene in piedi il governo, perché se Alfano e gli altri partiti gli togliessero la fiducia il governo andrebbe a casa. Hanno la golden share del governo».

Quindi parla della malattia che l'ha colpito anni fa: «L'esperienza con il cancro mi ha molto fortificato, ho imparato a non aver più paura di niente». Chiusura sulle inchieste più recenti: «Sull'Expo non ci sono responsabilità del mio partito. Frigerio? Non ho mai incontrato nessuno». Mano sul fuoco per Dell'Utri: «È una persona di una grande umanità, onestà e cultura e non gli ho consigliato io di andare a Beirut». E su Scajola allarga le braccia: «Sono addolorato ma ha sbagliato.

E comunque da tempo non partecipava più alla vita del partito e non è stato neppure candidato».

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