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Orlando bacchettato dalla "sua" Germania per lo scandalo Teatro Massimo

Il sindaco di Palermo ha studiato ad Heidelberg, nella terra della Merkel è di casa. Ma la "Frankfurter Allgemeine" lo attacca per la decisione di silurare a tutti i costi il sovrintendente Cognata che ha risanato l’ente per sostituirlo con un suo uomo

Orlando bacchettato dalla "sua" Germania per lo scandalo Teatro Massimo

Il caso, a livello nazionale, ha fatto rumore. Perché il teatro Massimo di Palermo è un’istituzione la cui importanza va ben oltre i confini della Sicilia. E perché non è usuale che il sovrintendente che lo ha risanato, con una oculata politica di tagli, venga mandato via per ragioni legate più allo spoil system che al bene dell’ente. Ed invece, da mesi, nella Palermo ri-guidata dal maggio scorso dal sindaco Leoluca Orlando è in corso una guerra senza esclusione di colpi: da un lato il primo cittadino, che dall’attimo dopo l’insediamento sbraita contro il sovrintendente, Antonio Cognata, col non velato obiettivo di defenestrarlo e di mettere al suo posto l’attuale assessore alla Cultura di Palermo, Francesco Giambrone, proprio quello che, sovrintendente sino al 2004, aveva lasciato i conti in rosso; dall’altro il sovrintendente in carica, Antonio Cognata, il manager che ha risanato il teatro negli ultimi otto anni, determinato a resistere a tutti i costi anche se contro di lui, oltre il sindaco, ha anche parte dei sindacati.

Adesso l’eco di questa guerra - sfociata in una richiesta di commissariamento del teatro - ha varcato le Alpi ed è arrivato sino in Germania. Lo scorso 1 novembre, infatti, non un giornaletto ma la Frankfurter Allgemeineha dedicato al caso un articolo: «Opernaffront, Kündigung in Palermo», «Affronto all’Opera, licenziamento a Palermo», il titolo. Una bella bacchettata al Burgermeister (sindaco) Orlando per il suo comportamento.

Il Burgermeister, sicuramente, non avrà gradito. La Germania, per lui che ha condotto gli studi universitari ad Heidelberg, è in pratica una seconda casa. Ma i tedeschi, nonostante questo legame, non fanno alcuno sconto a quell’Orlando che conoscono come agguerrito nemico della mafia. Anzi. L’articolo racconta che il sindaco ha messo in scena la sua personale versione del classico Orlando Furioso tentando di licenziare Cognata, definito «uno dei manager più capaci e incorruttibili del Paese».

Il pezzo ripercorre il risanamento del teatro, fatto non solo di conti rimessi in ordine nonostante un debito che in partenza ammontava a 27 milioni, ma pure di una programmazione che ha ridato al Teatro Massimo quel respiro europeo che aveva nei suoi anni d’oro e che merita. Quindi, ricordato che la politica di tagli ha creato a Cognata dei nemici, la denuncia: «Adesso che Leoluca Orlando, noto in tutto il mondo come avversario della mafia, dà il benservito a freddo a un riformatore, il fenomeno getta una luce significativa sulla Sicilia. «Qui non si tratta solo di lotta tra bene e male, ma dello scontro di confliggenti clientelismi». E giù la spiegazione, l’idea del sindaco di ridare l’incarico di sovrintendente allo stesso Francesco Giambrone, che nel 2004 lasciò il buco.

Una duro colpo, per la fama in terra di Germania del primo cittadino, che per Wim Wenders, in «Palermo shooting», si è persino trasformato in attore.

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