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"Parossismo celebrativo". Assente ai funerali del Cav: l'assurda giustificazione di Conte

Le assurde motivazioni Conte sull'assenza ai funerali di Stato di Berlusconi: "Rispetto alla sua famiglia e al Movimento". Ma nessuno in buona fede avrebbe ritenuto sbagliata la sua partecipazione

"Parossismo celebrativo". Assente ai funerali del Cav, Conte si giustifica così

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"Parossismo celebrativo". Assente ai funerali del Cav, Conte si giustifica così

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Manchevole, contraddittoria, confusa. Un pasticcio nelle sue argomentazioni. La spiegazione che Giuseppe Conte ha dato della propria assenza ai funerali di Silvio Berlusconi è sembrata più che altro un tentativo di giustificare quella mossa criticata da molti. Persino da alcuni pentastellati. Il giorno dopo le solenni esequie del Cavaliere, il leader del Movimento ha parlato della propria defezione ribadendo sì il proprio "sincero cordoglio" (sarebbe stato strano il contrario), ma appellandosi anche a una concezione del "rispetto" abbastanza opinabile.

"Ieri sono rimasto in silenzio perché ho ritenuto inopportuna qualsiasi polemica politica mentre si celebravano le esequie", ha scritto Conte. E grazie tante: ci mancavano solo le polemiche durante i funerali, nel giorno del lutto nazionale. "Il rispetto per la morte e per il dolore che provano familiari e persone che hanno amato Silvio Berlusconi sono sacri e il Movimento 5 stelle lo ha dimostrato esprimendo, con chiarezza, sincero cordoglio verso chi avverte il vuoto doloroso di questa perdita", ha proseguito l'ex premier, ribadendo i contenuti del messaggio di condoglianze da lui diramato dopo la triste notizia. Il fatto che il leader 5s non avesse però dato seguito a quel cordoglio, decidendo di disertare i funerali, aveva fatto discutere. E così Conte è tornato proprio a parlare di quella controversa scelta.

"Allo stesso modo però ritengo una forma di rispetto nei confronti sia del dolore delle persone vicine a Berlusconi che della storia e dei valori che condivido intimamente con la mia comunità politica, il Movimento 5 stelle, non aver partecipato alla funzione funebre: trattasi di due storie molto distanti e, per molti versi, agli antipodi", ha argomentato l'ex premier. Ma la motivazione non convince troppo. La leader Pd Elly Schlein, infatti, ha partecipato alle esequie del Cavaliere eppure non ci risulta che le sue posizioni politiche siano affini a quelle del compianto fondatore di Forza Italia. Conte, oltre a essere stato presidente del consiglio, rappresenta un movimento che siede in Parlamento e che peraltro ha sostenuto il recente governo Draghi proprio assieme al partito di Berlusconi. Lo rassicuriamo: nessuna persona in buona fede avrebbe reputato irrispettosa o fuori luogo la sua partecipazione istituzionale ai funerali di Stato, alla presenza del presidente della Repubblica. E infatti, anche nel Pd, nessuno si è sognato di ritenere sbagliata la partecipazione del segretario di partito. Anzi.

Nella sua disamina, Conte ha anche aggiunto: "Vi è poi un'altra considerazione da sottolineare. Un attimo dopo il decesso è scattato un meccanismo sincrono e complesso, che ha visto il governo proclamare il lutto nazionale, il Parlamento fermare le attività d'aula, le televisioni pubbliche e private rincorrersi in ricostruzioni agiografiche, insomma un parossismo celebrativo che in queste ore sta spingendo anche molti osservatori stranieri a interrogarsi sui nostri 'stili e costumi' democratici". Al di là dell'esterofila attenzione al parere di chi giudica l'Italia da fuori, ci sembra assurdo parlare di "parossismo celebrativo" di fronte a un evento in qualche modo storico, per quanto triste. Stupirsi dell'omaggio corale riservato al Cavaliere significa ignorare la storia degli ultimi trent'anni di questo Paese, al di là di come la si pensi sul compianto personaggio.

"Io penso che 'rispetto' significhi mantenersi sobri, franchi nel dirsi le cose come stanno e, soprattutto, coerenti con la propria storia", ha concluso Conte.

Rispetto, pensiamo invece noi, significa anche saper mettere da parte divergenze e antichi dissapori quando circostanze più grandi lo richiedono.

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