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Il Pd ci prova: sì alle coppie gay E stessi diritti del matrimonio

Roma«All'unione civile tra persone dello stesso sesso, ai suoi presupposti e agli atti conseguenti si applicano le disposizioni in materia di matrimonio». Quindi diritti identici a quelli del matrimonio eterosessuale anche per le coppie dello stesso sesso. È l'articolo 1 di uno fra tanti disegni di legge depositati dal Pd in commissione Giustizia del Senato in materia di unioni civili omosessuali. Questo in particolare (primi firmatari Giuseppe Lumia, Felice Casson e Monica Cirinnà) prevede l'esclusione dell'adozione.
Ma se all'interno della coppia uno dei due ha già un figlio l'altro potrà adottarlo diventando a tutti gli effetti di legge il genitore. L'iter legislativo, promettono dal Pd, dovrebbe prendere il via a settembre e concludersi entro il 2015.
Fino a ora tutti i leader di centrosinistra in campagna elettorale avevano promesso di aprire alle nozze omosessuali ma una volta diventati premier hanno puntualmente fallito a causa soprattutto delle resistenze interne al partito sollevate dai cattolici. Negli ultimi 10 anni si sono consumate ore ed ore di discussione nelle Commissioni parlamentari prima sui Pacs, Patti civili di solidarietà e poi sui Dico, Diritti delle coppie stabilmente conviventi. Si è dibattuto sul modello francese o quello tedesco ma poi tutti i progetti sono naufragati in un mare di polemiche.
Riuscirà Matteo Renzi a infrangere l'ultimo tabù? Sicuramente una forte spinta verso il riconoscimento dei diritti civili delle coppie omosessuali è arrivato dall'ultima sentenza della Corte Costituzionale in materia. La Consulta infatti ha ritenuto che fosse ancora legittimo il matrimonio di una coppia anche dopo che il marito aveva optato per il cambio di sesso. Anche se fra due donne il matrimonio dunque resta valido per i giudici costituzionali.
Alla «spintarella» della sentenza della Consulta bisogna poi aggiungere la determinazione di Renzi, deciso a mantenere quanto più volte promesso e sottoscritto ad esempio anche nel documento presentato alle primarie. Nonostante i numerosi fallimenti del passato il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto, si dichiara ottimista convinto del fatto che finalmente ci sia davvero la volontà politica di varare le unioni civili.
Il modello della riforma italiana sembra essere soprattutto quello inglese varato circa 10 anni fa e ora già superato nel Regno Unito che ha riconosciuto i matrimoni gay. Nel ddl allo studio in Senato non si prevede una equiparazione a tutti gli effetti al matrimonio eterosessuale ma un riconoscimento pieno di tutti i diritti delle coppie sposate: la reversibilità della pensione, il diritto alla successione, in pratica il riconoscimento dell'esistenza della «coppia» e dei suoi diritti in quanto tale.
Questa normativa riguarderà soltanto le coppie omosessuali. Il capitolo del riconoscimento delle convivenze invece seguirà un altro iter e prevederà una sorta di unione light dove verranno sanciti diritti e doveri meno vincolanti rispetto a quelli del vero e proprio matrimonio sia esso etero o omo. Esultano le comunità gay che sperano la proposta del Pd diventi una realtà al più presto. Renzi al momento ha dalla sua parte quel 40 per cento di voti guadagnato alle Europee. Ma il Parlamento che dovrebbe votare il ddl sulle unioni civili è sempre quello eletto nel febbraio del 2013 e pure nel governo sono tanti i ministri storicamente contrari al riconoscimento delle unioni omosessuali. Sale subito sulle barricate infatti il Nuovo centrodestra. Il matrimonio omosessuale «è chiaramente inaccettabile», avverte il senatore Ncd, Carlo Giovanardi.
Contraria Forza Italia.

Il senatore Lucio Malan promette battaglia e definisce la proposta del Pd «una truffa che costerà decine di miliardi» perché queste unioni si presteranno «ad abusi e truffe».

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