Politica

Il Pd vota a favore della sospensione dei lavori parlamentari, ma il partito si spacca

Nonostante la mediazione di Epifani una ventina di deputati del Pd vota contro la sospensione dei lavori parlamentari chiesta dal Pdl. I renziani: "Andiamo a traino del Cav, così non va"

Il Pd vota a favore della sospensione dei lavori parlamentari, ma il partito si spacca

Alla fine è arrivato il compromesso. Un giorno di sospensione dei lavori, sia alla Camera che al Senato, sull'onda della polemica scoppiata per la decisione della Cassazione di anticipare al 30 luglio la sentenza su Berlusconi per il processo sui diritti Mediaset. Una "sentenza sprint", per il Cavaliere, con inevitabili ripercussioni politiche. Visto che, in gioco, c'è il destino del leader del Pdl che, in questa delicata fase politica, è azionista della maggioranza di governo. Alla fine, dicevamo, è prevalsa la linea della mediazione: da tre giorni di stop dei lavori ci si è limitati a uno soltanto. Giusto per dare un segnale. Il Pd, sia pure con una certa irritazione, ha accolto la richiesta del Pdl e ha votato a favore. Tecnicamente la sospensione è stata concessa perché un gruppo parlamentare (il Pdl) ha chiesto del tempo per fare una riunione dei gruppi. Epifani, però, ha tenuto a precisare: non si tiri troppo la corda altrimenti si spezza. Un modo come un altro per ribadire che bisogna evitare di mescolare le sorti del governo a quelle giudiziarie del Cavaliere. Sul sì alla mini sospensione dei lavori, però, non sono d'accordo tutti i deputati del Pd. E il partito di Epifani ancora una volta si spacca.

Epifani fa il mediatore

"La richiesta di sospendere i lavori del Parlamento per tre giorni a seguito delle decisioni della Corte di Cassazione - scrive in una nota Epifani - , costituisce un atto irresponsabile e inaccettabile, che finisce per legare campi che vanno rigorosamente tenuti distinti, quello giudiziario e quello parlamentare. Il Pd non si è prestato ne si presterà mai ad una logica di questo segno Senato. Tutto questo rende ancora una volta esplicito il problema di fondo di questi mesi: la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi e il rapporto d'azione di Governo e di Parlamento. Questo nodo deve essere sciolto solo tenendo distinte le due sfere, perché se no, a furia di tirare, la corda si può spezzare, con una scelta di irresponsabilità verso la condizione del Paese e la sua crisi drammatica".

Ma il Pd si spacca ancora una volta

Non tutti i deputati del Pd votano a favore della sospensione. Almeno una ventina di loro non seguono le indicazioni del gruppo. Tra questi si segnalano Civati, Gentiloni, Bindi, Giachetti. Il Pd, dunque, ancora una volta si divide. Nonostante il tentativo di Epifani di mediare, c'è una parte del partito che non vuol proprio saperne di dare un piccolo segnale di apertura (o comprensione) al Pdl. I renziani - che non hanno boicottato il voto - protestano a gran voce: "Caro segretario, abbiamo votato per disciplina di gruppo ma è una scelta che non condividiamo, che non è stata discussa da nessuna parte, che fa del male al Pd e lede il prestigio delle istituzioni. Caro segretario, così non va. Continuiamo a rinviare i problemi, andiamo al traino di Berlusconi e delle sue vicende giudiziarie". Così il deputato Pd Francesco Bonifazi si rivolge, in una lettera su Facebook, a Epifani, dando voce alla protesta dei renziani contro la decisione del Pd di votare per la sospensione dei lavori. Il mal di pancia è sempre più forte in seno al partito. E il congresso di fine autunno appare lontano, lontanissimo.

Prima c'è da capire se il governo ce la farà a superare questa crisi d'estate.

Commenti