Cronache

Piangono tutti miseria ma i saldi intasano autostrade e Vaticano

Tra code infinite ai caselli di uscita degli outlet e resse alla cassa c'è chi per vestirsi gratis si è presentato nei negozi in mutande

L'operatrice della polizia stradale ride: «Da stamattina tutte le uscite delle autostrade italiane che vanno nella direzione degli outlet hanno registrato lunghe code. A Serravalle, sull'A7 si è formata una serpentina chilometrica dalle prime ore del mattino, ma gli intasamenti sono stati rilevanti anche a Firenze e intorno a Roma».

Ecco il risultato della prima giornata delle svendite di fine inverno. La gente non si mette in coda - stile vacanze agostane - davanti a negozietti o grandi magazzini della propria città. Sfida l'aumento delle autostrade, il caro benzina per fare un vero viaggio e accamparsi attorno agli outlet per ottenere... i saldi sui saldi. Solo i prezzi davvero stracciati, dal 30 al 50% sui prezzi outlet, annullano pigrizia e superano il timore della crisi economica che morde ancora il portafogli.

E questo conferma le nostre previsioni del saldo-flop, a dispetto di quanto possano pensare molti negozianti. Ma anche le associazioni dei consumatori ammettono che è ormai ora di cambiare formula. Federconsumatori e Adusbef chiedono il «superamento dei saldi e la loro liberalizzazione» e spiegano che le svendite di fine stagione subiscono un andamento «estremamente negativo» causato «dalle varie promozioni offerte durante l'anno e dalla discriminazione tra i vari clienti (alcuni avvisati tramite sms o e mail)». E Codacons ammette che «piccoli negozi e soprattutto le periferie risentono particolarmente della riduzione degli acquisti».

A questo punto forse si riaprirà il dibattito sulla liberalizzazione delle vendite scontate (l'unico posto in Italia dove questo già avviene è la provincia autonoma di Trento) e su quella degli orari dei negozi. Nel frattempo la gente si incammina, nonostante la pioggia battente sui centri preferiti. Sulla Serravalle si sono formate code chilometriche per raggiungere l'outlet firmato McArthur Glen. Se scendiamo lungo lo Stivale l'immagine delle auto in coda non sbiadisce. Fin dal mattino c'è stato traffico intenso fra i caselli di Calenzano e di Barberino di Mugello dove ha sede un altro outlet. File in uscita anche a Fidenza. Alle 11 il parcheggio dell'outlet che contiene 2000 auto era già pieno e i responsabili parlano di un incremento stimato intorno al 15% rispetto all'anno scorso. D'altra parte gli sconti sono molto appetitosi: dal 35 al 70% sul prezzo outlet.

A Napoli, stessa trafila. In centro città, negozi con pochi clienti, commesse annoiate e proprietari che guardano ansiosi il passeggio in attesa della corsa all'acquisto. Sorrisi e frenesia, invece, alla Reggia Outlet di Caserta. «Il centro - spiega il direttore Donatella Doppio dell'outlet - è pienissimo». E le cifre parlano di vendite cresciute del 14% rispetto all'anno scorso.

Anche a Roma, i fissati dello shopping preferiscono gli outlet, dove si comprano capi di marca a prezzi stracciati, non importa se di collezioni passate. E ieri era lunga la fila di macchine incolonnate sulla Pontina per arrivare a Castel Romano dove le vendite sono salite del 14%. E grande la folla anche all'Emporio vaticano, vecchia stazione di San Pietro trasformata da Wojtyla in boutique preso letteralmente d'assalto.

Spunta solo un negozio italiano in controtendenza. Quello di Desigual alle Gru di Grugliasco, alle porte di Torino. Lì la fila di pedoni si era formata già dall'altro ieri. Ma solo perché i primi cento arrivati potevano accaparrarsi due capi di abbigliamento gratis. La condizione? Entrare in negozio in...

mutande (anche reggiseno per le signore).

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