Politica

Dal Piemonte alla Sicilia: tessere false e primarie truccate

Segnalazioni di irregolarità in tutta Italia dove si è votato per i segretari locali. Migliaia di nuovi iscritti fantasma che hanno sconvolto gli stessi militanti del Pd

Dal Piemonte alla Sicilia: tessere false e primarie truccate

Il nuovo che avanza nel Pd è fatto di una guerra delle tessere. Non si parla ancora apertamente di brogli, perché le verifiche (tutte avviate dopo denunce interne al partito) sono appena scattate. Da ogni parte d'Italia piovono segnalazioni di irregolarità nelle sezioni dove domenica sono stati eletti i segretari di circolo e provinciali in vista delle primarie nazionali dell'8 dicembre. Erano ammessi anche i non iscritti, a patto che prendessero la tessera al prezzo politico di 15 euro. Per miracolo si sono materializzate montagne di tessere last minute finite in tasca a migliaia di persone improvvisamente folgorate dalla passione politica. Quasi ovunque i risultati hanno premiato i candidati renziani.

Alcuni, come Pippo Civati, antagonista di Renzi, denunciavano da tempo il sistema del «tesseramento a pacchi». «Si è presentata gente ignara di tutto - hanno raccontato vari militanti torinesi - non sapevano nemmeno chi e come votare». Il senatore Stefano Esposito attacca Salvatore Gallo, ex socialista, ex Margherita, ora Pd renziano: «È dal 1972 che fa politica così». Nel circolo di Venaria Reale a un certo punto sono finite le tessere in bianco destinate ai nuovi. Che si fa? Racconta un iscritto che l'assessore Vincenzo Russo è andato in auto ed è tornato con un pacco di tessere candide. Peccato che gli unici a disporne dovrebbero essere il segretario o il tesoriere. A urne chiuse saranno 130 i nuovi iscritti.
Il campionario di irregolarità è vastissimo. A Catania è stato azzerato il congresso provinciale per il numero esorbitante di tessere fantasma. Giorni fa Valentina Spata, coordinatrice siciliana del gruppo di Pippo Civati, aveva denunciato che «un ex segretario di partito di Giarre e una ragazzina di 14 anni si sono trovati iscritti senza saperlo. Migliaia di tessere sono state distribuite fuori dai circoli, l'unica sede dove si può aderire al partito». Congresso sospeso anche a Desiana, nel Vercellese, quando si è scoperto che la lista a sostegno di uno dei due candidati alla segreteria provinciale era composta da persone mai iscritte al partito.

A Lecce, provincia-feudo di Massimo D'Alema, circolano 15mila tessere a fronte di poco più di 4mila iscritti. La commissione provinciale di garanzia ha chiesto invano alla commissione regionale di sospendere il congresso: si farà un semplice «monitoraggio» sul rapporto tra numero di tessere e denaro versato dagli iscritti. Gli episodi sono innumerevoli. Roma, circolo di Trastevere: il segretario Alberto Bitonti ha scritto su Facebook una lettera aperta a Renzi puntando il dito contro «l'infiltrazione di logiche clientelari». Domenica i «nuovi» si presentavano a gruppi cammellati, e ci sono stati momenti di tensione con gli «iscritti reali», come li chiama Bitonti. Milano, corsa per la segreteria provinciale: David Gentili, escluso dal ballottaggio, ha denunciato il fenomeno delle «tessere a saldo» e chiesto che la commissione per il congresso renda noti i dati del tesseramento. Nel 2012 in provincia di Milano si contavano 10.500 iscritti, lo scorso settembre si stimava fossero dimezzati mentre ora sarebbero balzati a 7mila. Napoli, congresso provinciale. I deputati Pd Luisa Bossa e Massimiliano Manfredi hanno denunciato che a Soccavo il voto è stato anticipato di un giorno senza preavviso e a Portici «esponenti di spicco del partito stanno intervenendo in modo eccessivamente pressante sulle operazioni. Piccoli ras di provincia che fanno i picchetti, tesseramenti che si gonfiano all'improvviso, voto controllato, gruppi di potere che si spostano su interessi personali. Questo Pd non smette mai di deluderci».

Parola di parlamentari Pd.

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