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Le polemiche, i 15 voti di scarto e il flop giallorosso: cosa è successo a Pisa

Al sindaco uscente di centrodestra, Michele Conti, non bastano 3.557 voti in più del suo sfidante. L'elezione al primo turno sfuma per appena quindici voti. Ma ci sono state contestazioni. E polemiche. L'asse Pd-M5S non sfonda

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I cittadini di Pisa saranno chiamati di nuovo alle urne tra due settimane. Per una manciata di voti (appena quindici) il sindaco uscente, Michele Conti, non è riuscito a strappare la vittoria al primo turno. Si è fermato al 49,96%, contro il 41,12% del suo sfidante, Paolo Martinelli, candidato del centrosinistra. I numeri assoluti parlano di 20.091 preferenze per Conti, 16.534 per il suo sfidante, con una differenza di 3.557 voti. Un bello scarto, eppure non sufficiente, perché non è scattato il fatidico 50% più unp. Tutto da rifare, dunque. Una beffa per Conti. Una speranza che si allunga per Martinelli. Il divario tra i due è davvero grosso, ma al ballottaggio, come la storia delle elezioni insegna, si parte sempre dallo zero a zero. Tutto è possibile.

A Conti non sono bastati 20.091 voti (200 in meno di quelli conquistati al ballottaggio nel 2018 per conquistare il Comune) per ottenere la riconferma. Il responso è arrivato all'1 e 40 di notte, dopo uno spoglio molto lento e contestato in almeno tre sezioni. In una di queste sono stati persino chiamati i carabinieri, per riportare l'ordine.

Michele Conti suona la carica: "Solo una manciata di voti e qualche scheda contestata ci hanno separato dal 50%+1, che avrebbe chiuso i giochi al primo turno. Ora si tratta di tornare in strada e chiedere di nuovo il voto per continuare la svolta storica della città. Il voto, sotto il profilo politico, è chiarissimo e noi andremo a vincere al ballottaggio perché abbiamo una grande responsabilità verso quei tantissimi cittadini che hanno premiato la nostra proposta". Il sindaco di Pisa ha poi spiegato che non intende appellarsi ai voti contestati: "Io mi occupo di politica e del ballottaggio e quindi già da stamani sono ripartito per lavorare sul nostro programma e riconquistare tutti i voti che già abbiamo preso e che hanno decretato il nostro successo. La questione dei voti da verificare è tecnico amministrativa e non mi riguarda direttamente. Io voglio vincere nelle urne". Infine ha tenuto a precisare: "Noi siamo il vero civismo come dimostra il grande successo della mia lista Pisa al centro, e siamo riusciti a prevalere praticamente in tutti i quartieri della città, compresi quelli che storicamente votavano a sinistra: è un’affermazione storica della nostra coalizione se si considera che la coalizione tradizionale di centrodestra a settembre era sotto di 10 punti percentuali, e che invece ora è riuscita a staccare il candidato del centrosinistra di oltre 3.500 voti".

Sui propri canali social Paolo Martinelli non nasconde la propria soddisfazione:"Fino a qualche mese fa la destra dava per scontata la vittoria al primo turno, ci dicevano che la partita era impossibile. Siamo riusciti nell'impossibile e ora, determinatissimi, sappiamo che si riparte da zero, quella del ballottaggio è una campagna a parte. Quasi la metà dei pisani non ha votato e l'altra metà, per la maggioranza, non ha scelto Conti - ha sottolineato Martinelli -. Con tutti i pisani, strada per strada, piazza per piazza, condivideremo la nostra idea di città aperta, inclusiva e solidale, che non lascia indietro nessuno. Guarderemo negli occhi tutti i cittadini, le paure e le speranze di tutti i quartieri e daremo a Pisa un'amministrazione all'altezza delle sfide che ha di fronte. Ho letto dichiarazioni in cui il sindaco Conti si auto-attribuisce la medaglia di civico, commentando i risultati di lista. Un sindaco non misura il suo civismo dai risultati di una lista - ha dichiarato Martinelli - Io sono un civico vero, senza tessere di partito, lui viene da una storia giovanile nell'Msi, è stato in Alleanza Nazionale e oggi è stretto tra la Lega, di cui fino a poco fa aveva la tessera in tasca e di cui era membro della segreteria nazionale, e Fratelli d'italia che gli rivendica il comando della sua coalizione. Se questo è un civico...".

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Diego Petrucci, su Fb esulta per "lo storico 49,96%, un sogno fino a poco tempo fa" e aggiunge, maliziosamente, che "questa volta i soliti giochetti nei seggi hanno condizionato la democrazia".

Un dato che balza agli occhi è che l'alleanza Pd-M5S non ha portato i frutti che la sinistra sperava. Soprattutto perché i Cinque stelle sono calati moltissimo, fermandosi al 3,04% (cinque anni fa presero il 9,82%), mentre il Pd si è confermato primo partito, all'ombra della Torre pendente, con il 23,50% (cinque anni fa 23,62%). Da non sottovalutare la buona affermazione della lista civica del sindaco, terza forza politica con il 14,53%, dietro a FdI (17,04%) ma davanti alla Lega (10,33%).

Anche il governatore della Toscana, Eugenio Giani, commenta il risultato di Pisa. L’esito "per la nostra coalizione, il fronte progressista, è un risultato positivo che indubbiamente dobbiamo essere cauti a valutare perchè si sposta tutto di 15 giorni. Cinque anni fa fu un fatto eclatante, si aveva la percezione di una caduta ed una deriva verso il centrodestra in Toscana, in realtà cinque anni dopo nessuno di loro riesce a vincere al primo turno". Il presidente della Regione Toscana commenta il voto del weekend a Massa, Pisa e Siena. "A Pisa - aggiunge - si è sfiorata la vittoria al primo turno che veniva però data per scontata dai seguaci del sindaco Conti, e quindi io penso che per loro sia una grande delusione. Il nostro candidato si presenta con un 42% e con le altre due principali liste, quella che era guidata dal candidato sindaco a sinistra del Pd, Auletta, e quella della candidata per il Terzo polo, che potenzialmente introducono a quel 42% almeno un altro 8% di voti. Quindi sarà una partita testa a testa ed io sono convinto che Martinelli, proprio per la freschezza del messaggio, per la capacità di dialogo, per il metodo nuovo di cittadinanza partecipativa che ha offerto, in questi 15 giorni saprà sottolineare ancora di più il suo messaggio".

Ora cosa può accadere?

La regola numero uno è riportare alle urne i propri sostenitori. Vale per tutti. Chi ha più resistenza e "costringe" il proprio elettorato a muoversi da casa parte avvantaggiato. Si dice che l'elettorato di centrodestra sia più "pigro" rispetto a quello più "inquadrato" di sinistra. Una volta almeno era così, ma nel 2023 non ci sono più le certezze di una volta. E quando in ballo c'è la poltrona di sindaco per cinque anni è difficile pensare che i cittadini preferiscano andare al mare. Certo, non ci sarà più il traino dei candidati in consiglio, con le loro preferenze da conquistare. Anche questo può pesare.

Martinelli e Conti

Da chi può pescare voti Conti? L'impressione è che abbia dato fondo a tutte le risorse. Con il 50% (meno un soffio) dei votanti ha fatto il boom, ora deve confermarsi. Martinelli, invece, deve sperare nel "bottino" di Francesco "Ciccio" Auletta, storico esponente della sinistra radicale pisana, formatosi nel 1990 con loccupazione universitaria della "Pantera". Auletta ha preso il 6,73%, pari a 2.706 voti. Non sono pochi. Ma al di là delle indicazioni di voto (che potrebbero anche non esserci), bisogna vedere cosa faranno i suoi elettori. Non è detto che tutti obbediscano, vista anche l'antipatia nei confronti del Pd e dei suoi alleati. Il richiamo all'antifascismo basterà a fare da collante? Ben più esiguo il consenso raccolto dalla candidata di Italia Viva, Azione e Psi (Rita Mariotti), che si è fermata all'1,34% (538 voti). Certo, visto e considerato che lo scarto al primo turno è stato di soli 15 voti, anche questi male non fanno.

Ma vale lo stesso discorso dei sostenitori di Auletta.

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