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"Su De Angelis solo un polverone: è il passatempo estivo della sinistra"

Il politologo Lorenzo Castellani difende Marcello De Angelis e dice: "La sinistra ha una visione fideistica della magistratura e non accetta commenti sulle sentenze"

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"Siamo in un Paese libero e democratico e le sentenze si possono commentare, anche col rischio di dire delle stupidaggini". Il politologo Lorenzo Castellani, docente di Storia delle Istituzioni politiche , autore del libro 'Il minotauro. Governo e management nella storia del potere', ritiene che la sinistra abbia sollevato solo un polverone mediatico attorno alle parole di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna.

Ma perché, in Italia, commentare le sentenze è visto come un attacco alla magistratura?

“Perché c’è una visione fideistica della magistratura, soprattutto nel mondo della sinistra e, quindi, le sentenze vengono considerate delle verità assolute anche quando magari non sono arrivate al terzo grado di giudizio o, addirittura, sono ferme in primo grado. Il commento di una sentenza viene subito bollato come una sorta di lesa maestà nei confronti dei magistrati. La storia italiana, poi, mostra molte volte i pm hanno costruito teoremi o preso abbagli. Bisognerebbe essere cauti anche nel caso della strage di Bologna mettendo una sorta di veto su ogni commento”.

Si ripropone, dunque, lo schema già visto negli anni del berlusconismo quando chiunque osasse contestare l’accanimento giudiziario avvenuto nei confronti del Cavaliere veniva aggredito dai giustizialisti?

“Esattamente. Il principio di fondo è che qualunque persona creda in un sistema di democrazia liberale debba mantenere uno scetticismo su decisioni prese da uomini di scienza giuridica preparati che giudicano altri uomini e che possono avere ragione nella ricostruzione della verità oppure possono avere torto o eventualmente sbagliare parzialmente. Da questo punto di vista è giusto che ci possa essere un dibattito sulle sentenze ma il caso De Angelis è quello di una persona che ha affrontato il tema della strage di Bologna in modo apodittico, molto simile a una certa sinistra. Dire: ‘io so che i condannati sono innocenti’ è un’affermazione quasi dogmatica che è priva della seconda parte, ossia i nomi dei veri colpevoli".

Ma perché si può essere innocentisti con Cesare Battisti e non con Mambro e Fioravanti?

“In verità, gli innocentisti c’erano anche per Mambro, Fioravanti e Cavallini. Ci sono state delle manifestazioni dei radicali, a cui hanno partecipato anche esponenti di sinistra. Il problema è che, in Italia, dire con certezza e certificato dai magistrati che c’è stato l’estremismo nero è un punto politico importante per la sinistra. Da questo punto di vista nessuno accetta che vi sia la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio anche per Cavallini che è stato condannato solo in primo grado e anche tutte altre tesi vengono screditate e non accettate. Siamo alla politicizzazione dei processi per cui si può essere innocentisti con quelli della propria parte politica, ma si deve essere giustizialisti con i propri avversari”.

De Angelis dovrebbe dimettersi?

“Secondo me no perché ha espresso un’opinione, a meno che a chiedere le dimissioni non sia proprio chi lo ha messo in quel ruolo. Può anche aver detto una frase politicamente stupida, ma quante persone di sinistra hanno accusato Berlusconi di essere mafioso? Una cosa che dal punto di vista giudiziaria non è mai stata acclarata eppure nessuno ha mai chiesto le dimissioni di chi ha fatto tali affermazioni. Se il presidente Rocca valuterà che quelle dichiarazioni sono state politicamente inopportune è un conto, ma se si fa passare il principio per cui commentare anche in modo inappropriato e stupido una sentenza deve determinare le dimissioni di qualcuno si apre un gioco che rischia di travolgere chiunque ha un ruolo pubblico”.

Sollevare questi polveroni è un modo di delegittimare Meloni sfruttando la magistratura e le inchieste giudiziarie?

"Siccome questo commento è stato fatto da una persona vicina al partito di Giorgia Meloni, da parte della sinistra c’è un uso strumentale della sentenza per colpire FdI e far entrare la sentenza nel gioco politico.

Fare polemica oggi su fatti avvenuti 40 anni con un esponente marginale del centrodestra è un passatempo estivo dell’opposizione che anziché fare l’estate militante ha fatto l’estate dell’uso sulla sentenza della strage di Bologna”.

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