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Processo Mediaset, Berlusconi: "È una condanna politica"

Dopo la condanna a quattro anni di carcere per il processo Mediaset, il Cavaliere smaschera il tribunale di Milano: "È una condanna politica, incredibile e intollerabile. È senza dubbio una sentenza politica come sono politici i tanti processi inventati a mio riguardo"

Processo Mediaset, Berlusconi: "È una condanna politica"

"È una condanna politica, incredibile e intollerabile. È senza dubbio una sentenza politica come sono politici i tanti processi inventati a mio riguardo". L'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non usa mezzi termini nel commentarela sentenza a quattro anni di carcere, di cui tre condonati per indulto, e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici nel processo sui diritti comprati dalla Fininvest alla fine degli anni Novanta (leggi l'articolo).

Ai microfoni di Studio Aperto, Berlusconi affida il suo commento alla sentenza politica pronunciata oggi pomeriggio dal tribunale di Milano. "Ero certo di essere assolto da una accusa totalmente fuori dalla realtà", ha detto l'ex presidente del Consiglio definendo la condanna "incredibile e intollerabile". Secondo il Cavaliere, non è possibile andare avanti con una magistratura politicizzata che da vent'anni certa in tutti i modi di condannarlo. "È la conferma di un vero e proprio accanimento giudiziario - ha continuato Berlusconi - l’uso della giustizia a fini politici". Con certi giudici, ha spiegato, "un Paese diventa incivile, barbaro, invivibile e cessa di essere una democrazia". Da quanto si apprende i legali di Berlusconi presenteranno i motivi di appello entro il 9 novembre, il giorno prima della scadenza, entro quindi i termini di 15 giorni imposti dalla legge in quanto le motivazioni sono state lette contestualmente in aula.

Ad ogni modo, Berlusconi ci ha tenuto a far presente che la sentenza di oggi non ha nulla a che vedere con il passo indietro dalla politica annunciato mercoledì sera (leggi l'articolo).

"Io e i miei avvocati ritenevamo impossibile una condanna in questo processo", ha spiegato ai microfoni di Italia 1 sottolineando che "non c’è alcuna connessione" con la scelta di indire le primarie per il Pdl.

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