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Quelli che vogliono il Monti-bis

I fautori di un Monti-bis aumentano. L'Udc di Casini tra i sostenitori. Marcegaglia ai centristi: "Se continuate così, vi sosterrò". Ci sono pure Prodi e Renzi

Quelli che vogliono il Monti-bis

Ogni volta che il premier smentisce la possibilità di un Monti-bis spuntano come funghi d'autunno nuovi sostenitori dell'idea. È diventato un gioco di corteggiamenti e adulazioni. Leader politici, economisti, industriali, banchieri e sindacalisti (già, ci sono pure loro) da tempo adulano il presidente del Consiglio. Il diretto interessato prima ha respinto perentoriamente, poi ha smentito delicatamente, infine ha dato sfoggio della sua vanità mista a modestia affermando che "sinceramente non mi pongo il problema e credo che nessun altro seriamente si ponga questa eventualità".

Al contrario, l'eventualità viene posta eccome. E pure da tanti. L'ultimo in ordine di apparizione a benedire l'ipotesi di un Monti-bis, seppur per proprietà transitiva, è stato l'ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Che, intervenendo alla festa dell'Udc a Chianciano, ha sostenuto il progetto Italia di Casini spiegando che "è una operazione seria e utile del Paese, se andate avanti con queste idee io sarò con voi e vi sosterrò". Il sostegno della Marcegaglia, come lei stessa ha tenuto a precisare, resta però in qualità di imprenditore e non di politico. Quindi, almeno per ora, resta esplicito l'appoggio al Monti-bis, dal momento che Casini ne è uno dei più fervidi sostenitori (insieme con Rocco Buttiglione che della Marcegaglia ha detto che potrebbe essere la Monti-femmina, nel caso il bocconiano declinasse l'invito).

E che dire dell'intervento in videoconferenza al Forum Ambrosetti a Cernobbio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano? Il capo dello Stato è sempre stato il primo sponsor del premier e oggi lo ha dimostrato nuovamente tessendo le sue lodi e annunciando che, anche dopo la legislatura, "nei mesi a venire si farà lui garante dell'agenda del governo e degli impegni presi dal nostro paese nei confronti dell'Unione europea". Insomma, il Colle continuerà a sponsorizzare l'azione di Monti, anche quando non albergherà più al Quirinale. Da Cernobbio è arrivato anche l'assenso dell’economista Nouriel Roubini, secondo il quale "non c’è alcuna alternativa al "montismo"".

Tra i sostenitori del Monti-bis c'è poi Romando Prodi, che, in caso di impasse successivo alle elezioni, ha spiegato che "Monti potrà servire il Paese".Inutile dire che l'unanimità dei banchieri italiani sia assolutamente favorevole a un secondo mandato del bocconiano. Basta ricordare le dichiarazioni del numero uno di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani per avere il quadro della situazione: "Non solo lo ritengo fondamentale, ma anche estremamente probabile nel senso che soluzioni alternative potrebbero comportare gravi rischi per il Paese".

Dopo mesi di declassamenti di rating, Monti è riuscito a incassare pure il sostegno delle agenzie americane Moody's e Fitch e del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, il quale un mese fa riteneva "inevitabile un Monti-bis perché non vedo altri statisti all'orizzonte". Anche l'ex ministro del Pdl, Ginafranco Rotondi ha aperto alla possibilità affermando che "se alle elezioni guida una coalizione perché no?". Persino il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, avrebbe lasciato intendere che, nel caso vincesse le primarie del Pd, sarebbe disposto a lasciare la guida del governo a Monti.

Insomma i fan sono parecchi e variegati.

Resterà da capire come e se cambierà la legge elettorale e se questi fan riusciranno a convincere il bocconiano a restare ancora in sella.

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