La stanza di Feltri

"Ragazzi", a noi Giorgia piace così

Ciò che mi pare volgare, poco istituzionale e persino scandaloso è questa maniera di fare opposizione da parte della sinistra

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Gentile Direttore Feltri,
in questi giorni non si fa altro che criticare la premier Giorgia Meloni per il suo modo di parlare, forse troppo romanaccio. La sinistra sostiene che Meloni sia poco istituzionale, troppo sboccata, a tratti volgare, sguaiata e portata a ironizzare in situazioni serie. Lei cosa ne pensa? E dell'uso della parola «ragazzi» in aula in riferimento agli onorevoli?
Luca Stilo

Caro Luca,
ciò che mi pare volgare, poco istituzionale e persino scandaloso è questa maniera di fare opposizione da parte della sinistra, una maniera superficiale la quale si concentra sull'effimero, su quello che non è rilevante né minimamente incide sulla vita dei cittadini. È tipica dei progressisti la mania di compiere la guerra al dizionario, al linguaggio, alle parole. Adesso ad essere messo al bando dovrebbe essere il vocativo «ragazzi» riferito ai deputati, un modo di intercalare sicuramente confidenziale tuttavia assolutamente non insultante. Eppure Meloni è stata costretta a chiedere scusa. Ricordo che nell'estate del 2019, in piena crisi del governo gialloverde, Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio, in un intervento in aula con toni solenni accusò l'allora vicepremier nonché ministro dell'Interno Matteo Salvini di non possedere il «senso delle istituzioni». La sinistra è fissata con la vana forma, la destra predilige la sostanza, cioè i contenuti. E li preferiscono anche gli italiani, che apprezzano dei leader di centrodestra, in particolare di Meloni e di Salvini, la capacità di adoperare un linguaggio semplice, efficace, immediato e comprensibile. Il linguaggio di chi non si arrampica sugli specchi, mica il politichese tanto in voga tra i radical chic. Il successo di Meloni, ovvero i consensi che ella è riuscita a riscuotere e che seguitano ad aumentare, dipende moltissimo dal modo di lei di esprimersi e anche dalla sua ironia, sintomo di acutezza e intelligenza. Diffusa è l'idea che chi ride, sdrammatizza, compie qualche battuta non sia una persona seria, ma, caro Luca, io posso testimoniare che gli esseri umani più seri che abbia mai conosciuto nel corso della mia esistenza, politici inclusi, avevano una vena ironica tagliente e pronunciata. La serietà è anche attitudine al riso. Mi auguro che, in questo folle processo di criminalizzazione dei termini, termini quali «negro», «frocio», «clandestino», non venga proibito pure l'uso di «ragazzi». Fatico a considerarlo offensivo, anzi non ci riesco proprio. Chiedo perdono.

A noi Giorgia piace così: spontanea, autentica, ironica. La politica con il sorriso non è meno buona di quella con i baffi, il doppiopetto e il vocione, anzi la prima ci rassicura, ci trasmette più affidabilità, avvicina il popolo alle istituzioni e viceversa.

Che poi questi qui si fissano con la parola «onorevole», pretendono che venga loro riferita, ma di onorevole spesso non tengono nulla.

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