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Il rapporto con Meloni, le Europee e i nonni: Salvini a tutto tondo con Fagnani

Nell'intervista rilasciata a Belve c'è il privato, con la commozione per i nonni, ma anche il programma politico, con la rassicurazione di un rapporto solido e forte con Giorgia Meloni

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Matteo Salvini è stato uno dei primi ospiti del programma Belve, tornato oggi con una nuova edizione. Il vicepremier ha parlato dell'attualità politica ma anche della sfera personale che, nel suo ruolo si intreccia inevitabilmente anche con il lavoro. Lo spiega bene quando, incalzato dalla giornalista, ha spiegato che, insieme a Meloni, stanno "costruendo" la loro amicizia. "Abbiamo cominciato a frequentarci anche fuori dalla politica. Ogni tanto la sera gioca a burraco con la mia fidanzata Francesca. Io no, perché sono due faine e odiano perdere. E io ho già un lavoro complicato di giorno, se devo incazzarmi anche di sera per il Burraco, no grazie". Durante l'intervista è stato annunciato il libro "Controvento" di prossima uscita.

"Mi immaginano rude, magari arrogante. A volte cattivo", ha dichiarato Salvini sui suoi detrattori, prima di subire l'elenco di tutti i soprannomi che detrattori e non gli hanno affibbiato in questi anni. Uno di questi, "ragazzotto", il ministro ha ricordato che gli era stato affibbiato da Silvio Berlusconi. "Berlusconi mi manca a livello personale e umano. Manca anche dal punto di vista politico perché oggi sul tema della guerra e della pace avrebbe qualcosa da dire e da fare", ha detto il vicepremier. "Se ci fosse qualche attacco di meno sarei contento, non me le vado a cercare", ha spiegato il ministro nello spiegare le differenze tra il salvinismo e il berlusconismo.

"Al Leoncavallo andai una volta a una serata di musica a bere birra. I centri sociali di oggi non sono quelli di ieri ma io sono contro i violenti, non contro chi li frequenta", ha detto Salvini ricordando i tempi della giovinezza. "Non dire tutto quello che penso", è la critica più giusta che, riferisce, gli viene rivolta il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, che non si sente all'altezza di Umberto Bossi e Roberto Maroni, che l'hanno preceduto alla segreteria della Lega. "Forse avrei bisogno di sentirlo più spesso", ha spiegato Salvini in riferimento al "senatur", per il quale ha fatto mea culpa sulle poche occasioni in cui lo può sentire. E proprio ricordando Bossi, in relazione alle prossime elezioni europee, ha spiegato che l'obiettivo è "Sicuramente andare sopra il risultato delle elezioni politiche, quindi, sopra il 9 per cento. Ma Bossi insegnava che i voti non si contano ma si pesano. Quindi per assurdo stiamo riuscendo a fare più cose oggi con una maggioranza coesa con il 9% di quante non ne avremmo fatte con i grillini al 30%".

"Abbiamo litigato spesso quando eravamo su fronti diversi", ha spiegato il ministro riferendosi a Giorgia Meloni, non negando che ci siano delle divergenze ma rivendicando l'unione della coalizione e del governo negli intenti, e ribadendo che questo esecutivo proseguirà fino a fine mandato. "Io e Giorgia Meloni alcune mattine ci mandiamo dei messaggi ironizzando su questo o quell'articolo in cui c'è scritto che ci odiamo. Io conto che la Lega torni a essere prima ma non a discapito del governo. Io penso che io e Giorgia siamo necessari l'uno all'altra", ha aggiunto il ministro.

"Il video messaggio non l'avevo visto e non conoscevo il contenuto. Marine è un'amica che conosco da anni e spero vincerà le elezioni... Io non sapevo ma anche se l'avessi visto non l'avrei censurato. In Italia abbiamo un mandato a Bruxelles è un'altra cosa", ha detto il vicepremier in riferimento al messaggio di Marine Le Pen di critica alla Meloni durante la kermesse della Lega. "Se mi alzassi la mattina e facessi il mio lavoro controvoglia farei un passo indietro", ha detto stuzzicato da Francesca Fagnani.

Momento di commozione in conclusione di puntata per il ministro nel ricordare i suoi nonni.

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