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La Russa accelera lo strappo e presenta il nuovo simbolo

Incontro con 100 eletti per fondare il partito che si richiama ad An. Ma i colonnelli frenano: Meloni e Alemanno vogliono aspettare lunedì

La Russa accelera lo strappo e presenta il nuovo simbolo

Roma - Si lavora a testa bassa per costruire la «cosa di destra». Le riunioni si susseguono. Gli incontri tra le correnti sono il filo conduttore di giornate lunghissime. Così come le telefonate per sondare questo o quel parlamentare. Il quadro in movimento, però, costringe a ponderare ogni mossa, per evitare di farsi trovare in fuorigioco.
La riunione annunciata come decisiva va in scena in serata. Nella sede della Fondazione «Italia Protagonista» si incontrano parlamentari e consiglieri regionali vicini a Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri ma anche a Fabio Rampelli e Giorgia Meloni, con quest'ultima che non si presenta. Quello che doveva essere l'appuntamento in cui celebrare la rinascita di An diventa un passaggio interlocutorio. Ed è lo stesso La Russa a dettare una sorta di partenza controllata: «Accendiamo i motori ma si decide entro lunedì se partire o no con Centrodestra Nazionale, una formazione politica collegata al Pdl che rappresenti i nostri valori». Il simbolo è pronto. Al posto della fiamma c'è un nodo tricolore che richiama la campagna di An nel 2008. I colori sono identici: blu e bianco.

Martedì sera l'ex ministro della Difesa e la Meloni si erano confrontati per due ore sul partito e sul simbolo, prendendo in considerazione altri due loghi, tutti in qualche modo vicini e assonanti con An per evidenti ragioni di marketing politico. Una discussione andata avanti tra alti e bassi, tra sorrisi e qualche frizione, soprattutto sulle liste e sulla distribuzione del potere interno. Il tutto senza arrivare a un accordo definitivo.

Il più convinto della necessità di offrire agli elettori un soggetto diverso dal Pdl è La Russa. La conta, però, è variabile e complicata. Francesco Storace si dice disposto a partecipare a un soggetto con una chiara connotazione di destra. Gasparri appare scettico ma certo non disposto a celebrare un divorzio dal suo compagno di mille battaglie. La Meloni aspetterà almeno fino a lunedì per decidere. Domenica sono previste le «Primarie delle idee», la sua manifestazione romana, alla quale parteciperanno anche Guido Crosetto e Alessandro Cattaneo. Inizialmente prevista al Teatro Brancaccio è stata spostata all'Auditorium Conciliazione a causa delle molte adesioni incassate. L'ex ministro della Gioventù - che ha avuto un colloquio anche con Alfredo Mantovano - se deciderà di partecipare alla nuova avventura, potrà farlo sull'onda di una prova di forza. Nella stessa area Giuseppe Scopelliti osserva ma non nasconde le sue perplessità. Gianni Alemanno percorre una strada diversa. Domenica al Teatro Olimpico di Roma - in contemporanea con la Meloni - lancerà «Italia Popolare», il suo movimento che si richiama al Ppe e punta a riaprire la «parentesi» del Professore. Alemanno, peraltro, in un faccia a faccia serale con Berlusconi ha anche incassato il via libera alla ricandidatura per il Campidoglio. Gli occhi di tutti restano comunque puntati sulle scelte berlusconiane. Se il Pdl dovesse convergere su Monti, il progetto alemanniano potrebbe rientrare. Mentre Centrodestra Nazionale avrebbe due vie. Appoggiare il Professore.

Oppure guardare alla Lega puntando a costruire una candidatura Tosi-Meloni, mettendo nel mirino i delusi dal mancato rinnovamento.

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