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Schlein moltiplica le corrrenti dem che voleva chiudere ecco i neo-ulivisti

Oltre alle componenti storiche arrivano anche le sardine e gli ex di Articolo 1

Schlein moltiplica le corrrenti dem che voleva chiudere ecco i neo-ulivisti

«Basta con correnti e capibastone» disse Elly Schlein appena eletta nuovo segretario Pd. Nel frattempo ha già perso la prima elezione da segretaria, in Friuli Venezia Giulia. Ed è anche passato quasi un mese e mezzo senza che sia ancora riuscita a nominare la segreteria nazionale del partito, battendo in lentezza tutti i suoi predecessori (con l’eccezione di Zingaretti, almeno per ora). Ma Elly sta riuscendo in un’altra impresa, non quella di eliminare le correnti piaga storica del Pd, ma addirittura di farle aumentare. Negli ultimi giorni si registra infatti la nascita di una nuova corrente, i «Neo Ulivisti». Un nome importante che nasconde però un’operazione di maquillage. Si tratta in effetti degli ex fedeli di Enrico Letta, nel frattempo decaduto da leader (dopo la batosta elettorale alle politiche è rimasto deputato semplice) e in cerca di ricollocamento lavorativo adeguato al curriculum da ex premier (a Sciences Po di Parigi, però sembra che non ci sia più posto).

Senza più il loro referente, i lettiani (i deputati Marco Meloni, Anna Ascani, Enrico Borghi) che avevano sostenuto Bonaccini alle primarie, si sono così reinventati come ulivisti per la Schlein. Secondo il Foglio l’operazione sarebbe eterodiretta proprio da Letta, convinto che la Schlein sia l’unica leader capace di rilanciare il partito. Mancavano in effetti gli ulivisti ex lettiani nella mappa delle correnti Pd. Ma ci sono altri nuovi affluenti. In effetti grazie alla Schlein le Sardine hanno fatto il loro ingresso ufficiale nel Partito Democratico, e dalla porta principale. Non si è solo iscritto al Pd Mattia Santori, ma anche l’altra sardina, Jasmine Cristallo, nominata nientemeno che nella Direzione Nazionale dei dem. Dunque, benvenuta corrente Sardine.

Ma non è mica finita. Altra grande novità dentro il Pd è il ritorno dei fuoriusciti bersaniani e dalemiani, quelli di Leu e Articolo Uno. Il partitino di Speranza è stato sciolto, i dirigenti sono passati in massa al Partito Democratico, mentre Articolo Uno è diventato formalmente una associazione. Di fatto, una corrente del nuovo Pd, presente alla Camera con una piccola pattuglia di tre deputati: Nico Stumpo, Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra. In attesa del ritorno a casa di Pierluigi Bersani, mentre D’Alema sembra ormai definitivamente impegnato in altre più redditizie attività.

Ma ci sono anche i «bonacciniani», composta soprattutto da sindaci e amministratori locali, che hanno sostenuto la candidatura del governatore dell’Emilia Romagna e ora attendono di capire che ruolo avrà Bonaccini nella segreteria nazionale. Ci sono anche i «cuperliani» (da Gianni Cuperlo). E poi ovviamente c’è la corrente della stessa segretaria, gli «Schleiniani», neologismo ormai ampiamente sdoganato nelle cronache politiche. E vanno dalla sua vice, Chiara Gribaudo, al fedelissimo Marco Furfaro, dal sindaco di Bologna Matteo Lepore a Pierfrancesco Majorino, e poi molti consiglieri regionali e comunali, la rete di Elly. Nel frattempo le vecchie correnti sono più vive che mai. In particolare Area Dem, quella che fa capo a Dario Franceschini, uno dei pochi capicorrente che ha scommesso sulla Schlein e ha vinto, piazzando i suoi come Chiara Braga nuovo capogruppo alla Camera. In perfetta salute è anche la corrente di Base Riformista, che fa capo all’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Poi c’è la componente «Dems» di Andrea Orlando, e poi la corrente di Zingaretti e Bettini, e quella di Orfini. Più correnti di prima. Anche per questo la nuova segreteria nazionale si fa attendere più del dovuto.

Tanto che a giorni i capibastone Pd si attendono un colpo di mano della Schlein per piazzare i suoi fedelissimi.

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