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"Così l'Europa potrebbe salvare il Cav"

Il giurista Giovanni Maria Flick: una sentenza di Strasburgo apre la strada all'annullamento della decadenza di Berlusconi dal Senato 

"Così l'Europa potrebbe salvare il Cav"

Una sentenza che arriva dall'Europa e ci porta in Europa. Una sentenza dei diritti, delle garanzie, della libertà. Una sentenza importantissima che potrebbe avere ricadute anche sulla decadenza di Berlusconi da senatore. Una sentenza che fa a pezzi la controversa distinzione fra sanzioni penali e amministrative. «Per una volta - spiega Giovanni Maria Flick, uno dei più noti avvocati italiani, ex presidente della Corte costituzionale ed ex ministro della giustizia - dobbiamo essere orgogliosi dell'Europa».
Perché professore?
«Perché non ci sono solo l'euro e lo spread, i parametri da rispettare e i numeri stabiliti dai tecnocrati».
Che altro c'è?
«Ci sono due corti che operano per costruire lo spazio giuridico europeo: quella di Lussemburgo e quella di Strasburgo. Svolgono un lavoro differente, una volta forse si beccavano, adesso collaborano. E proprio da Strasburgo arriva questa lezione di civiltà e diritto».
Di che si tratta?
«La storia riguarda l'avvocato Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti, condannati per aver dato informazioni inesatte e lacunose al mercato. Proprio il nodo della condanna viene affrontato e risolto da Strasburgo».
In che modo?
«La Corte ci dice che una persona non può essere giudicata due volte, prima in via penale e poi in via amministrativa, o viceversa, se la sanzione amministrativa ha un carattere afflittivo».
In Italia invece non è così?
«Naturalmente il principio in generale vale anche da noi, ma poi si deroga. Si dice che l'aspetto penale e quello amministrativo sono due fatti diversi, due cose diverse e quindi alcune volte l'imputato subisce due processi e due condanne».
Questo va contro i diritti dell'uomo?
«È quello che afferma Strasburgo. La Corte è andata al nocciolo del problema. Se la sanzione amministrativa ha un carattere afflittivo allora dopo il primo processo ci si deve fermare. Non si può punire la stessa persona due volte, dunque la distinzione far penale e amministrativo cade».
Il verdetto avrà un impatto concreto sulla nostra giustizia?
«Credo di sì. Perché le sanzioni amministrative sono frequenti, penso alle interdizioni dalla professione o alle sanzioni pecuniarie, come è accaduto per Gabetti e Grande Stevens, puniti dalla Consob. Finora queste sanzioni si sommavano alle condanne inflitte dal giudice. Ora non più. Non solo..».
È la fine della politica del doppio binario?
«Certo. Finora avevamo due sistemi. Il giudice penale e poi, sul piano amministrativo, i prefetti, le authority, i garanti, la Consob e via elencando autorità varie. Sempre con la convalida del giudice».
Adesso?
«Adesso Strasburgo va al sodo e fa piazza pulita della “truffa dell'etichetta”: l'etichetta dell'illecito amministrativo che in realtà è un delitto. I diversi soggetti che erogano le sanzioni continueranno a farlo. In ogni caso tutti i procedimenti che portano ad una sanzione afflittiva dovranno avvenire nel rispetto del principio di legalità, nel contraddittorio, tutelando la difesa. Pensi che rivoluzione di civiltà. Oggi tanti cittadini vengono condannati in tribunale, poi il procedimento riparte in via amministrativa, con garanzie molto più basse».
Risultato?
«Spesso una nuova condanna, magari la sospensione dal lavoro per 3 mesi o una multa salatissima, colpisce il condannato. Ora, mettiamola così, la politica del doppio bastone finirà».
Torna d'attualità il dibattito sulla legge Severino e sulla decadenza di Berlusconi da senatore. Si è discusso a lungo sulla natura ambigua, quasi anfibia, della sanzione. Penale o amministrativa e dunque retroattiva oppure no?
«Un attimo. Io credo che prima ci sia un altro nodo».
Quale?
«Io ritengo che non si tratti di una sanzione ma del venir meno di un requisito. Un requisito per la permanenza nella carica o per la candidabilità. Ma naturalmente sul punto possono esserci posizioni divergenti».
Quindi?
«La questione è già stata girata a Strasburgo. E Strasburgo ci dirà se si tratta di un requisito, come pensa anche la nostra Consulta, o di una sanzione. Nel primo caso per Berlusconi non cambierà nulla».


Se dovesse prevalere l'idea che siamo davanti a una sanzione?
«Allora la sanzione non potrebbe esser retroattiva e dovrebbe essere cancellata».

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